viaggioinmarocco

tour operator: Francorosso anno: 2004    durata: 15 gg
alloggi: Hotel mezzi: aereo, pullman

Viaggio in Marocco effettuato nel Marzo del 2004. Principali località visitate : Sidi Moktar, Essaouira, Safi, El Jadida, Casablanca, Rabat, Fès, necropoli di Chellah, Volubilis, Moulay Idriss, Meknes, Ifrane, la Valle dello Ziz, Erfoud, Merzouga, l'Erg Chebbi, la Valle del Dràa, Zagora, Ouarzazate, Tamegroute, la kasbah di Taourit, kasbah di Aït Benhaddou, la Valle del Dadès, Tinerhir, le Gola del Todra, Passo del Tizi n'Tichka, Marrakech.



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Il tour in Marocco
Stemma della casa reale del  Marocco
Dio, tè alla menta, non c'è problema

"Dio, tè alla menta, non c'è problema", ovvero, "se Dio vuole, anche oggi avremo il nostro Tè alla menta, che problema c'è". La sintesi perfetta della filosofia di vita di questo popolo ( passatemi la battuta ). Ciò che più d'ogni altra cosa unisce e fonde le due anime di questa terra, la cultura araba e la cultura berbera. Perché tutto accade se Dio lo vuole e qualunque problema può essere risolto davanti ad una tazza di buon tè alla menta. Non lo troverete scritto da nessuna parte, al contrario del motto ufficiale "Dio, Patria, Re", dipinto a caratteri cubitali lungo le principali vie di comunicazione. Ma credetemi, dopo aver trascorso due settimane in questa magnifica terra, che sa regalare ad ogni angolo contrasti cosi stupefacenti, non se ne potrebbe coniare uno più vero. Come immersi in un  immaginifico caleidoscopio, verrete proiettati attraverso un continuo mutuare di sensazioni e percezioni. Vedrete il giallo dorato del deserto fondersi nel verde smeraldo dei palmeti, l'ocra delle antiche kasbah rifulgere sui profili argentei di cime ammantate di neve, il bianco candido delle medine riflettersi negli spicchi di blu cobalto che s'intravedono appena tra i tetti delle case. Mille meraviglie si mostreranno ai vostri occhi, per svanire e ricomporsi, come per magia, in qualcosa sempre di nuovo. E allora lasciatevi guidare dall'anima di questo splendido paese, vi condurrà all'interno di luoghi magici e misteriosi. La vedrete in vicolo deserto, all'ombra d'un caliginoso silenzio, avanzare con incedere elegante; leggiadra figura avvolta in un morbido caffettano mosso da una leggera brezza. Quasi sospinta, in un'armonia muta, dalle mille parole bisbigliate dietro una finestra socchiusa, dai grani d'un rosario che scorrono come un'antica litania, dallo strascicare d'un vecchio che la soppesa sott'occhio. Girerà un angolo e un altro ancora, mentre intorno a lei la vita inizierà a risvegliarsi, fino ad esplodere all'improvviso dentro le mille voci d'un mercato, nei rumori di mille botteghe. Qui il ritmico andare d'un antico telaio, la il tonfo sordo del martello che incontra il metallo, li il leggero ticchettio dello scalpello che incide la pietra. La seguirai ora a malapena con lo sguardo, in uno spazio che non esiste più e di cui tu stesso divieni parte vitale, nascosta dal passaggio d'un carretto trainato da un somarello, da una frotta di ragazzini che si rincorrono vociando, dalla disordinata fila dei turisti che procede ondeggiando. Finchè non l'avrai persa del tutto, in un ricordo lontano... Questo è il Marocco, un connubio di antico e moderno che sono parte dello stesso modo di sentire la vita, in un alternarsi di opposti: di bianco e di colore, di spazi sconfinati e di vicoli affollati, di cime vertiginose e di pianure assolate, di sapori agri e di gusti dolci, in uno scivolare di percezioni che si accavallano e si rincorrono lasciandoti senza fiato. Sono riuscito a darvi appena un'idea di quello che potete aspettarvi arrivando qui ? E allora, lasciatevi guidare...


21 Marzo 2004   Genova - Bologna - Marrakech

Si parte. Con un po' di fortuna, o come si dice da queste parti per volere di qualcuno in alto, riesco a staccare l'ultimo biglietto aereo disponibile per Marrakech. Pronto insieme ad altri compagni di ventura a partecipare al Gran Tour del Marocco della Francorosso. Uno dei tour più completi che si possa trovare in merito, a meno di non organizzarselo da soli. Due settimane di full immersion in lungo e in largo per il paese. E stavolta il caso mi assegna l'aeroporto di Bologna, poco male da li non sono mai partito, lo annovererò tra le esperienze del viaggio. E' mattina presto quando in treno mi lascio alle spalle i silenziosi vicoli di Genova, una città il cui centro storico non sfigurerebbe di certo al confronto della più affollata In partenza da Bologna per Marrakech medina marocchina. La città di Bologna non smentisce la sua efficienza ed in meno che non si dica, anche di domenica, traghetto in bus dalla stazione ferroviaria al check-in dell'aeroporto di Borgo Panigale, in attesa del volo della Royal Air Maroc che ci porterà in meno di quattro ore a Marrakech, un nome che da solo è in grado di evocare racconti da mille e una notte. All'arrivo ci attende una temperatura freddina, ma chi l'ha detto che in Marocco si muore sempre di caldo, l'inverno c'è anche qui e non scherza affatto. La nostra guida marocchina Saâd All'arrivo la solita sfoltita al gregge e via ai pullman Gran Turismo assegnati per i vari tipi di tour in partenza. - Ora vorrei chiarire, una volta per tutte, come il termine  'Gran Turismo' assuma significati e connotazioni differenti a seconda della  nazionalità dei passeggeri trasportata. Infatti, se questi sono Italiani, inizia a colorarsi di mille sfumature, che normalmente si traducono in 'pullman turistici di vetusta età', mentre per tutti gli altri, di norma, la traduzione è univoca: 'nuovi e scintillanti'. Ma va tutto bene, perchè in noi "il senso del viaggio" porta a cercare d'essere un po' più viaggiatori che semplici turisti. - E ai piedi della scaletta del famigerato mezzo ci attende la nostra guida marocchina, il mitico Saâd. Guida nazionale diplomata ed accompagnatore in varie lingue, tra cui l'italiano, nonché sosia locale del bravo Tomas Milian quando recitava nei panni dell'ispettore di polizia Nico Giraldi, il famoso 'er Monnezza'  ( e ditemi se non è vero ). L' Hotel Atlas di Marrakech E alla fine anche Saâd non è sfuggito alla regola 'araba', credo sia una cosa insita nel modo di fare, quel mix di simpatia e cortesia che però alla fine ti lascia sempre in dubbio. Ti hanno guidato dove volevi andare o sei arrivato lì perché faceva comodo a loro ? E' proprio vero che non abbiamo più tempo e che dobbiamo correre, che  quello è il miglior prezzo che si poteva spuntare, che li è davvero il caso di non avventurarsi da soli, e... Ma d'altra parte se hai una guida, devi lasciarti guidare e tutto il resto diventa parte del viaggio. Dopo tutto credo che per il nostro Saâd il compito più importante fosse quello di farci arrivare sani e salvi sulla scaletta dell'aereo, che di li a due settimane ci avrebbe riportato in Italia.  Ciao Saâd e buona fortuna. - A proposito del libro che ci hai consigliato di comprare per approfondire la conoscenza della cultura berbera "La Stella verde" di Mark Parentis, edito dalla Fabbri di Milano, nessuno ne ha mai sentito parlare. Ho perfino chiamato la Fabbri stessa, ma forse è meglio così, non esistono libri che possono spiegarti ciò che comunque non potresti mai comprendere fino in fondo - E' ormai pomeriggio inoltrato quando arriviamo in albergo, il moderno Atlas in ave de France nella ville nouvelle di Marrakech. Sulle montagne che stringono d'attorno la città la neve non si è ancora sciolta e l'aria che si respira non lascia presagire l'imminente arrivo della primavera. Siamo in anticipo sul top della stagione turistica, ma abbiamo dalla nostra un clima migliore per girare ed un minor numero di comitive da dover incrociare, sperando solo che Giove pluvio abbia ormai esaurito tutte le sue riserve d'acqua.


22 Marzo 2004   Marrakech - Essaouira

Primo giorno di tour e subito in cammino verso la costa atlantica. Lasciamo Marrakech, che ritroveremo al termine della seconda settimana come la classica ciliegina sulla torta. Fuori della hall ci attende il nostro pullman, inutile sperare che nella notte sia stato sottoposto ad un restyling straordinario. Tutti a bordo con un tempismo quasi perfetto e via con il tradizionale rituale della conta dei presenti, tante volte qualcuno fosse salito su uno di quei super deluxe con cui girano francesi e  tedeschi, tentando di bleffare invano sulle origini altoatesine del suo cognome. Ok, ci siamo tutti. Facile a dirsi, meno facile a doversi stabilire per il povero aiutante di Saâd ( un simpatico ragazzo marocchino che ci accompagnerà durante tutto il viaggio e che come scopriremo più avanti vivrà per due settimane in perfetta simbiosi con il mezzo meccanico, custodendolo, pulendolo e dormendoci dentro a scanso di equivoci ). In ogni occasione eseguirà questo compito con uno scrupolo assoluto, passando a contare e a ricontare, avanti e indietro per il corridoio, almeno una decina di volte. Probabilmente sempre con un risultato diverso, perché alla fine solo con un grande sforzo di autoconvincimento riusciva a dare il via alla partenza. Questo aneddoto mi dà lo spunto per introdurre uno dei più grandi misteri di cui non siamo riusciti a venire a capo al termine delle due settimane, il funzionamento del sistema scolastico marocchino. E non perché ci sia motivo di metterne in dubbio la validità, ma perché in qualunque parte del paese fossimo, ad una qualunque delle ore del giorno ( mattina presto, mezza mattinata, mezzogiorno, primo pomeriggio, pomeriggio inoltrato, sera tardi ), non mancavamo mai d'incontrare frotte di bambini di tutte le età andare e venire dalla scuola, in un festoso happening di corse e scherzi. Siamo perfino arrivati a pensare che avessero regolato il suono delle campanelle con l'orario dei nostri passaggi, o che magari avessero organizzato delle staffette volanti per avvisare del nostro imminente arrivo... Scherzi a parte, nel frattempo siamo arrivati alla nostra prima sosta, una visita fuori programma che si rivelerà molto interessante. Ci fermiamo nel paesino di Sidi Moktar, sulla provinciale P10, per visitare un autentico mercato berbero Il mercato berbero di Sidi Moktar che si tiene una volta la settimana e che per nostra fortuna ( o per meglio dire, per volontà di qualcuno in alto, come ci ricorda il buon Saâd ) si svolge proprio oggi. Il mercato berbero di Sidi Moktar, seleziona per ingrandire Siamo l'unico pullman turistico, insieme ad una miriade di carrettini trainati da piccoli somarelli, il mezzo più popolare tra la gente del posto, custoditi in un apposito parcheggio. Ci accodiamo al nostro Saâd ed entriamo nel recinto del mercato, compiendo al contempo un balzo indietro nel tempo, a contatto con tradizioni e modi radicati da chissà quante generazioni. Il mercato si tiene all'aperto ed ognuno espone la sua mercanzia direttamente per terra, disposta alla bell'e meglio su sacchi di iuta. Spezie, ortaggi, frutta, oggetti e articoli per la casa, vestiti, scarpe e quant'altro. Ci sono anche dei banchi fissi in muratura, utilizzati per esporre e vendere vari tipi di carne su cui nugoli di mosche volteggiano allegramente, mentre in disparte si trovano enormi pentoloni fumanti in cui vengono immersi i Il venditore d'acqua nel mercato berbero di Sidi Moktar, seleziona per ingrandire polli per essere spiumarli. Passiamo attraverso la folla neanche fossimo invisibili, avendo cosi modo di osservare la reale natura del luogo senza ulteriori sovrapposizioni per turisti. Ognuno sembra interpretare un personaggio ed alcuni fanno parte di quelle rappresentazioni che ci si potrebbe aspettare di vedere in un mercato dell'epoca medievale. Come il cantastorie e l'incantatore di serpenti, versione moderna degli antichi giullari, o come il venditore d'acqua, testimone d'un mestiere da noi completamente scomparso, bardato nel suo costume caratteristico e dotato di un'orcio di pelle di pecora da cui spilla la fresca bevanda. Ed è un continuo salutarsi e stringersi le mani, in un evento in cui fare la spesa ( attività che vede quasi del tutto assenti le donne, come se qui andare al mercato fosse una prerogativa esclusivamente maschile ) è solo il pretesto per incontrarsi e tenersi aggiornati sulle ultime notizie del circondario. Ma quando il discorso scivola verso qualcosa di più intimo e personale, ecco che allora fanno ricorso ad un antico linguaggio muto, un metodo secolare escogitato dai berberi e che attraverso il contatto fisico delle mani è in grado di esprimere in maniera silenziosa quello che altri non devono sentire. Per questo non meravigliatevi, se venendo da queste parti vi capiterà di vedere uomini che camminano tenendosi per mano, perché in realtà si stanno parlando. Ripartiamo poco dopo alla volta di Essaouira, soddisfatti d'essere riusciti ad intrufolarci, anche solo per poco, in una realtà veramente autentica.  Attraversiamo ora una zona con estese coltivazioni di olivi ed agrumi, mentre sui bordi della strada pascolano tranquilli greggi di capre, prima che il caldo e la mancanza d'acqua le costringano a cercare nutrimento, abili arrampicatrici, sulla cima delle basse piante di argan ( una pianta officinale largamente utilizzata in erboristeria ) per cibarsi delle foglie più tenere. Ogni tanto il profilo della pianura è interrotto dalla presenza di qualche piccolo gruppo di case; davvero ingegnoso il metodo che usano per fare i covoni di fieno, realizzati a forma di casa con il tetto spiovente e  interamente ricoperti di argilla per proteggerli dall'acqua piovana. Arriviamo cosi sulla costa atlantica, che a questa latitudine risulta particolarmente battuta dal vento. Siamo a EssaouiraVideo su Google, cittadina che deve la sua fama, come ci ricorda Saâd, oltre che alla sua bella e lunga spiaggia di sabbia anche alla rinomata ed apprezzata lavorazione artigianale del legno, in particolare quello della Tuia, un albero della famiglia delle cupressaceae che fornisce una materia prima leggera e resistente. Tutto ciò le conferirebbe, sempre a detta di Saâd, anche la fama di posto meno caro dove acquistare oggetti ed artigiano in legno; sarà anche vero, ma se iniziamo a comprare già adesso alla fine delle due settimane occorrerà acquistare anche una valigia supplementare ( cosa che poi accadrà puntualmente ) per riportare a casa tutti i souvenir. A mio avviso Essaouira è soprattutto un ottimo punto di partenza per iniziare a visitare il Marocco, perché offre, nel pieno rispetto della sua cultura araba, un impatto più soft che altrove. La medinaLa città di Essaouira , con i suoi souq, i suoi vicoli contorti, le botteghe degli artigiani ( in cui è possibile fermarsi ad ammirare l'abilità delle tecniche di lavorazione ), ha un aspetto tranquillo e non molto affollato, ed è possibile gironzolare qua e la senza l'assillo di dover continuamente porre un cortese diniego alle offerte di acquisto. La parte vecchia della città è difesa verso il mare dai possenti bastioni della fortezza portoghese, testimone dell'antica presenza coloniale. Salendo sulle mura si può godere d'un bel panorama della costa, mentre rabbiose onde s'infrangono sugli scogli sottostanti. Uno stretto vicolo che in questo punto rasenta il perimetro interno sfocia nella grande piazza Moulay Hassan, animata a tutte le ore da numerosi e simpatici localini. Ancora pochi passi e si arriva al mercato del pesceEssaouira, seleziona per ingrandire rinomato per la sua quotidiana vivacità, nei pressi piccoli ristoranti ambulanti servono invitanti grigliate di pesce, crostacei ed enormi granchi. Al di sopra nugoli di gabbiani volteggiano bassi, attirati dall'incessante lavorio degli uomini intenti a pulire il pescato, che da lì a poco passerà direttamente sulla griglia. Questo è anche il punto migliore per ammirare il profilo della città vecchia, una chiazza di bianco sospesa tra l'azzurro del cielo e quello del mare. Attiguo al mercato del pesce si apre il piccolo porto, dove ancora oggi abili artigiani costruiscono le tipiche imbarcazioni di legno utilizzate per la pesca.  E' appena passato da poco il primo pomeriggio quando ci avviamo verso l'albergo. Contrariamente al programma originale, che prevedeva di arrivare nella giornata fino a Safi, ci fermiamo a dormire qui. Perché, come ci informa Saâd, l'albergo previsto dal tour è in fase di ristrutturazione ed è meglio evitare di andare incontro ad inutili problemi. Una combinazione del caso ? La volontà di qualcuno in alto di riservarci per domani i 130 Km previsti per oggi ? Un improvviso overbooking alberghiero in una città, Safi, di mezzo milione di abitanti ? Ma d'altra parte, non siamo soliti dire anche noi che le vie del Signore sono imperscrutabili, e poi così il viaggio si uniforma di più al modo di pensare arabo, se Dio vuole... chissà cosa ci riserverà il domani. 


23 Marzo 2004   Essaouira - Safi - El Jadida - Casablanca

La costa atlantica, seleziona per ingrandireLasciamo Essaouira e sulla vecchia provinciale che costeggia il litorale iniziamo a risalire la costa atlantica. Chilometri di sabbia scura punteggiata da piccole dune, che a stento sembrano riuscire ad arginare un mare rabbioso e ribollente. Il panorama fuori del finestrino si lascia alle spalle piccoli appezzamenti coltivati, sono ricavati così a ridosso del mare che paiono quasi dover essere inghiottiti da un momento all'altro. Qui viene coltivato un particolare tipo di cipolla, che per la composizione chimica del suolo e la vicinanza dell'acqua salata assume un gusto particolarmente apprezzato. La zona è scarsamente abitata e la presenza di vita si divide tra sparuti gruppi di case e greggi di pecore e capre che brucano indisturbati. Siamo quasi in vista di Safi, quando in prossimità del paesino di Souira Kedima, una località che si sta rapidamente sviluppando come centro balneare, troviamo la strada sbarrata da un improvvisato mercato, con la normale carreggiata adibita a temporanea via pedonale tra due file di banchi e bar allestiti sotto le tipiche tende berbere. E' un mercato L'improvvisato mercato di Souira Kedima, seleziona per ingrandire settimanale, ci spiega Saâd, che normalmente si tiene in un altro giorno, ma che in via eccezionale è stato anticipato per la concomitante giornata dedicata alla festa dei bambini, in cui si è soliti regalare caramelle e dolciumi ai più piccoli. Allora è questo lo spettacolo che ci ha preparato la sorte, rimandano ad oggi i chilometri che dovevamo percorrere ieri, una ventina di minuti abbondanti a passo di formica, incollati al finestrino a guardare quello che avviene fuori, con quelli di fuori intenti a scrutare noi, che per una volta da osservatori assurgiamo al ruolo di osservati. In effetti bisognerebbe meditare un po' sul fatto che quando andiamo in giro per il mondo, a curiosare in casa d'altri, sia da viaggiatori indipendenti che con un tour organizzato, in fondo andiamo sempre un po' a rompere i "maroni"... Finalmente riprendiamo il viaggio arrivando poco dopo a SafiVideo su Youtube, una città dall'impronta moderna Un antico forno per la produzione della ceramica, seleziona per ingrandirededita principalmente alla pesca e alla produzione di fosfati di cui è ricco il sottosuolo. Il primo impatto non è dei più piacevoli ed arrivando da sud la città ci accoglie con il suo grande complesso industriale, eredità dello sviluppo avviato agli inizi degli anni '60 da Enrico Mattei. Alte volute di fumo denso sbuffano verso alto, colorando di sfumature biancastre tutto il cielo azzurro; per fortuna, a detta di Saâd, sembra che a breve il complesso verrà presto trasferito in una zona più idonea, ammesso che ne esistano per tali mostri. Il luogo dove sorge SafiLa città di Safi era già conosciuto all'epoca dei fenici e dei romani, ma la fondazione della città vera e propria si deve nel XII secolo alla dinastia dei sultani almohadi. Uno dei principali vanti è la produzione della ceramica, apprezzata e conosciuta come una delle migliori di tutto il Marocco, e la cui produzione avviene ancora oggi all'interno di antichi forni, che senza dubbio meritano una visita. Sul lungomare si staglia l'antica fortezza portoghese, Qasr al-Bahr, costruita nel 1508 a protezione del porto, appena dietro ha inizio la medina con i suoi souq colorati. Uscendo dalla porta settentrionale della medina stessa, Bab Chaba, si arriva ai piedi d'una bassa collina. All'interno d'un intricato dedalo di vicoli si può tranquillamente curiosare tra i laboratori, dove abili artigiani utilizzano ancora le antiche tecniche di cottura della terracotta. Lasciamo Safi e riprendiamo il viaggio lungo il litorale atlantico, con il panorama che diventa sempre più aspro. Qui la costa sabbiosa si alterna a lunghi tratti rocciosi con alte falesie stratificate. Passiamo accanto a piccoli campi di grano dorato separati dal mare solo da sottili strisce di sabbia rossa, e poi a file ininterrotte di serre, non ci sono dubbi su come abbiano saputo sfruttare al meglio la poca terra coltivabile di questa zona. Ci fermiamo per il pranzo a Oualidia, nota località balneare stretta tra il mare e una laguna in cui nidificano varie specie di volatili. Dopo il pranzo riprendiamo il viaggio verso la nostra prossima meta, la città di El Jadida. La costa cambia ancora e per un lungo tratto il nastro d'asfalto lucido sfila accanto a una laguna in cui sono state ricavate delle saline. Arriviamo a El JadidaVideo su YoutubeLa città di El Jadida che è ormai pomeriggio inoltrato. La città, fondata nel 1513 con il nome di Mazagan, La cisterna portoghese di El Jadida, seleziona per ingrandireè uno dei migliori esempi di architettura militare portoghese in Marocco, anche se in parte venne distrutta nel 1769 durante l'assedio del sultano Sidi Mohammed ben Abdallah, quando i difensori stessi fecero saltare gran parte dei bastioni prima di abbandonarla al suo destino. Una delle principali attrazioni è la famosa Citerne Portugaise ( Cisterna Portoghese ), costruita nel 1541 per la raccolta dell'acqua piovana; si trova all'interno della vecchia cittadella in Rue Mohammed Ahchemi Bahbai. La moschea di Hassah II vista di notte, seleziona per ingrandire Un soffitto a volte, sorretto da ben venticinque colonne, si specchia sull'acqua creando effetti suggestivi. La location è stata utilizzata da Orson Welles per girare alcune scene del suo famoso film Otello, peccato che durante la nostra visita la cisterna fosse vuota e gli effetti in parte sfumati. Terminiamo la visita di El Jadida con una passeggiata lungo gli antichi bastioni, godendo cosi d'un bel panorama della città vista dall'alto, prima di proseguire il viaggio verso l'ultima meta della giornata, la città di Casablanca. Mentre raggiungiamo il nostro albergo passiamo davanti al luogo dove nel 2003 è avvenuto il tragico attentato che è costato la vita a numerose persone. La hall e l'ingresso sono ancora presidiati da un nutrito numero di poliziotti e militari, si stringe il cuore al pensiero di quei tragici eventi che hanno trasformato un momento di piacere in una tragedia. Sono sempre più convinto che viaggiare sia il modo migliore per avvicinarsi a culture diverse, per quella pacifica convivenza che molti si augurano su questo piccolo pianeta chiamato Terra. Dopo cena uscita fuori programma per ammirare Casablanca sotto una luce diversa, in particolare la grande moschea di Hassan IIVideo su Youtube, che deserta e con l'illuminazione notturna assume un fascino tutto particolare. E per finire la serata cosa c'è di meglio che bere un drink nel bar dell'Hotel Hyatt, quello del famoso film con Humphery Bogart, dove c'è sempre un Sam di turno che suona l'ultima canzone.




Diario Parte 2^




note

Ricordate, tutto cambia. Per questo quello che era vero all'epoca del mio viaggio oggi può non esserlo più !

Il contenuto dei diari è frutto delle mie esperienze di viaggio e tutte le opinioni sono espresse a titolo puramente personale, non intendendo con ciò ledere i diritti o urtare la suscettibilità di nessuno. E' possibile riprodurne il contenuto su siti web amatoriali purchè ne venga citata la fonte ed informato l'autore. Qualsiasi altro tipo di utilizzo è soggetto ad un'espressa autorizzazione. Le informazioni storiografiche e documentali sono tratte dalla guida "Marocco" della Lonely Planet edita da EDT Aprile 2003. Questo Sito non ha nessuna finalità di lucro, non ha sponsor ne intende promuovere nulla o nessuno se non nell'affermazione di proprie opinioni personali. Le foto pubblicate nel presente diario sono state da me effettuate, o sono state concesse in uso da amici che hanno partecipato con me al viaggio. Sono freeware per un uso personale. Le immagini e le Clip Art utilizzate sono state dichiarate freeware per un utilizzo privato dai detentori del legittimo copyright.



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