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Viaggio in Scozia effettuato nell'agosto del 2006. Principali località visitate : Kirkcudbright, Glasgow, Maybole: Culzean Castle and Country Park, Trossachs Park, Loch Lomond, Inveraray: Inveraray Castle, Achnabreck, Crinan, Kilmartin Glen: Temple Wood, Falls of Lora, Oban, Dunstaffnage Castle, Kilchurn Castle, Dornie: Eilean Donan Castle, Isola di Skye: Dunvegan Castle, Plockton, Western Ross: Gairloch - Inverewe Garden, Falls of Measach, Ullapol, Highlands Settentrionali, Arcipelago delle Orcadi, Arcipelago delle Shetland, Dunrobin Castle, Loch Ness, Urquhart Castle, Forte George, Cawdor Castle, Pennan, Malt Trail: distillerie Strathisla e Glenfiddich, Castle Trail: Kildrummy Castle, Craigievar Castle, Crathes Castle, Pitlocry, Blair Castle, Stirling Castle, Culross, Edimburgo, Rosslyn Chapel.
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diariodibordo
Il risveglio alle Orcadi non modifica il programma meteo quotidiano ed anche oggi il cielo si presenta d'un bel tono plumbeo. A colazione incontriamo nuovamente il nostro ospite scozzese, stavolta permettamente sobrio, che smessi i panni del receptionist del giorno prima indossa ora quelli da chef. Dopo esserci rifocillati riprendiamo l'auto ed iniziamo il nostro giro uscendo da Kirkwall, oggi visiteremo la parte nord-ovest di Mainland, la maggiore delle 70 isole che compongono l'arcipelago delle Orcadi. Un vero spaccato di quella che doveva essere l'Europa all'alba della storia, arrivato fino ai giorni nostri attraverso i resti dei numerosi siti preistorici di cui è disseminata tutta la zona, tanto che per poterli visitare tutti con la dovuta traquillità decidiamo di dividerli tra oggi e domani. Sulla A965 in direzione nord-ovest arriviamo in breve a Finstown, qui la strada si divide: la A965 prosegue verso Stromness, mentre la A966 punta a nord, verso la costa che s'affaccia di fronte all'isola di Rousay. Dalla cartina della tappa si può facilmente vedere come il giro di oggi possa essere affrontato sia in senso orario che in senso antiorario. Non c'è un motivo particolare che ne faccia preferire uno all'altro, se non forse l'orario delle maree, come avremo modo di scoprire di li a poco. Cosi, come precedentemente deciso, superata Finstown pieghiamo a destra e seguendo la A966 ci dirigiamo verso la nostra prima visita: il Broch of Gurness.
BrochofGurness
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Quando arriviamo nell'area del sito preistorico il parcheggio visitatori è deserto ed il cancello d'accesso ancora sbarrato. Strano, l'orario di apertura è già passato da un pezzo e dalle nostre informazioni, in questo periodo dell'anno, dovrebbe essere aperto tutti i giorni. Diamo una sbirciata attraverso i vetri all'interno del visitor center. Non si muove una foglia, ma prima di desistere e rinunciare alla visita proviamo comunque a bussare. Finalmente dopo un po', con flemmatica baldanza, si presenta il custode e scopriamo così d'essere i primi visitatori ad inaugurare la giornata; in effetti che senso ha aprire il cancello se non c'è nessuno pronto a varcarlo... Il simpatico custode, lungi dall'essere ancora pronto ad assolvere anche alla funzione di bigliettaio, c'invita perciò a girare a nostro piacimento nel sito e a pagare al termine della visita. Il Broch of Gurness è un tipico esempio di torrione fortificato, datato tra il 20 ed il 100 a.C. è anche uno dei meglio conservati di tutte le Orcadi. La proprietà appartiene all'Historic Scotland, l'agenzia esecutiva del governo scozzese, che ne cura il restauro e la conservazione. Rimasto interrato per secoli venne riportato alla luce casualmente da Robert Rendall, poeta ed antiquario, che durante una passeggiata affondò nel terreno in quella che si rilevò poi essere una scala d'accesso. Situato in una posizione incantevole, proprio a ridosso del litorale, era alto originariamente circa otto metri con un diametro interno di ben 20. Attorno al torrione si trovavano una serie di piccole abitazioni in pietra, in cui ancora oggi è possibile identificare con facilità le zone in cui si componeva la casa, come ad esempio quella deputata ad accogliere il focolare domestico. L'intero complesso era poi circondato da tre bastioni e da tre fossati difensivi. All'interno dell'area alcuni interessanti pannelli didattici illustrano le principale zone del sito archeologico, fino a ricostruire con disegni e schizzi quello che poteva esserne l'aspetto originale. Da questi si apprende inoltre come il sito sia passato nel tempo sotto il controllo di diverse popolazioni, tra cui i Pitti e gl'invasori vichinghi. In particolare un'abitazione, Casa Shamrock, viene segnalata come una tipica fattoria del popolo dei Pitti, una confederazione di tribù scozzesi che si oppose con fermezza all'invasione romana della Britannia. La visita del luogo è davvero piacevole e per un po' possiamo godercela in tutta tranquillità, dato che siamo gli unici visitatori a gironzolare tra le antiche costruzioni in pietra, immerse in un manto erboso d'un verde brillante con cui creano un contrasto unico. Dall'uscita del sito si accede direttamente nel piccolo visitor center, dove iniseme alla biglietteria si trovano un centro di documentazione ed piccolo negozio di souvenir. Qui ritroviamo il simpatico custode, che prodigo di consigli c'informa sulla possibilità d'acquistare un biglietto cumulativo che permette di accedere a tutti i monumenti nazionali delle Orcadi. Veniamo cosi a sapere, tra l'altro, che per visitare il famoso sito di Maes Howe, una tomba del periodo neolitico che si fa risalire addirittura al tempo delle Piramidi, occorre prenotarsi preventivamente. Con squisita gentilezza telefona cosi al suo collega del posto, prenotando la visita per l'indomani, giorno in cui l'avevamo comunque messa in programma. Non ancora pago tira poi fuori il libretto con gli orari delle maree e ci informa che il prossimo sito in cui intendiamo recarci, il Brough of Birsay, situato su una piccola isola che durante la bassa marea è raggiungibile a piedi, non è visitabile prima delle 16.00, ora in cui l'acqua del mare si ritira. Caspita ! Ecco cosa s'intende per ospitalità scozzese. Cosi, dopo esserci prodigati in rigraziamenti, riprogrammiamo al volo il calendario delle visite della giornata. Un'occhiata alla cartina ed invertiamo il giro, puntando su una strada secondaria, la B9057, in direzione sud-ovest verso i Faraglioni di Yesnaby, che si trovano proprio sul lato opposto in cui ci troviamo ora.
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IFaraglionidiYesnaby
sono un vero spettacolo della natura. Alte scogliere modellate nel tempo dai flutti fragorsi d'un mare spesso in tempesta. Nei pressi dell'area del parcheggio alcuni pannelli didattici illustrano la storia geologica del sito, raccontando come nel tempo la zona si sia evoluta. Due passi appena e ci si affaccia sulla ribata della scogliera ad ascoltare il canto del mare che s'infrange sulla roccia, spesso accompagnato nei mesi estivi dai più svariati "idiomi pennuti", fischiati, sibilati, cinguettati, gorgeggiati, fusi insieme in un armonico concerto eseguito dalle numerose colonie marine che vengono qui tutti gli anni a nidificare. Ma non fermatevi, perchè un sentiero che segue il profilo della costa vi condurrà con una breve passeggiata di 15' circa sul sito dei faraglioni, tra cui spicca lo Yesnaby Castle, uno sperone di roccia che il mare è ormai riuscito a staccare completamente dalla costa. E lungo la strada sarete accompagnati dallo sguardo incuriosito delle pecore, che distratte dal vostro passaggio alzeranno per un attimo la testa dal loro verde pasto. Ripresa l'auto puntiamo verso nord e a poca distanza arriviamo alla baia di Skaill, dove si trova in uno dei siti più interessanti della giornata: Skara Brae.
SkaraBrae
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Arriviamo che è ormai ora di pranzo ed approfittiamo dell'ospitalià offerta dal visitor center per prenderci una pausa. Dopo esserci rifocillati e prima d'immergerci nel sito ancestrale, visitiamo la Skaill House, un'elegante complesso residenziale del XVII sec. dove viveva il proprietario terriero di Breckness che per primo rinvenne i resti del sito preistorico. La casa è ora adibita a museo e conserva intatto il bell'arredamento dell'ultimo periodo in cui venne utilizzata, il 1930. Una delle camere da letto, la stanza del vescovo, risale al primo complesso costruito nel 1620 per il vescovo delle Orcadi George Graham. Terminata la visita della casa ci dedichiamo alla scoperta di Skara Brae. Il villaggio neolitico è considerato uno dei siti preistorici meglio conservati tra quelli fino ad ora rinvenuti nell'area europea. Protetto dall'Unesco viene anche lui fatto risalire ad un periodo antecedente alla costruzione delle grandi Piramidi di Giza, ma come sempre in questi casi la datazione rimane incerta. Quello che è certo, invece, è che il sito rimase interrato fino al 1850, quando una violenta tempesta generò una mareggiata che ne riportò alla luce alcuni resti, scavati poi definitivamente negli anni '30 del secolo scorso da Vere Gordon Childe, un archeologo australiano. L'aspetto attuale delle antiche abitazioni rispecchia fedelmente la tecnica di costruzione originale, con gli ambienti scavati al disotto del livello del terreno, all'interno di piccole colline che offrivano un maggior riparo alle gelide temperature dell'epoca. Stupefacente come in alcune case si sia conservata la struttura interna con l'arredamento originale, composto da nicchie, ripostigli, spazi comuni, ecc. La posizione stessa, a ridosso d'una lunga baia di sabbia, contribuisce a farne un luogo magico, con le antiche vestigia rivestite d'un mordibo manto verde che sembrano protendersi verso lo specchio d'acqua antistante. Ripreso il viaggio, sulla litoranea B9056, continuiamo a risalire verso nord, la prossima tappa è: Marwick Head.
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Lasciata la macchina alla fine d'una stradina proseguiamo a piedi fino a giungere in una bella baia, la roccia stratificata sembra saltar fuori dal mare con veemenza, come a liberarsi da un forte abbraccio. Un breve sentiero conduce ad alcuni Croft restaurati. Pochi chilometri ancora e arriviamo nel paesino di Birsay, dove si trovano i resti del Earl’s Palace.
Earl'sPalaceofBirsay
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Arriviamo a Birsay, antica capitale del periodo della dominazione vichinga, con il sole che fa capolino tra le nuvole, così per un po' la monotona patina grigia del cielo viene spazzata via, sostituita da un bell'azzurro tenue. I resti dell'Earl's Palace, costruito tra il 1569 ed il 1579 da Robert Stewart, Conte delle Orcadi e figlio illegittimo del re Giacomo V di Scozia, si trovano proprio al centro del paese. Certo il palazzo non si è conservato in un ottimo stato, ma la dimensione delle sue rovine lascia facilmente intuire l'opulenza di cui doveva godere insieme al suo proprietario, passato alle cronache come un personaggio tirannico ed oppressore. L'ingresso è libero per cui si può girare tranquillamente tra le antiche vestigia. Terminata la visita del palazzo diamo un'occhiata all'orologio: sono le 17.00, la bassa marea dovrebbe aver ormai liberato il passaggio per l'isola/penisola di Birsay e quindi ci avviamo verso la costa. Appena il tempo di lasciare l'auto nel parcheggio e di affacciarsi sulla spiaggia, la strada è libera, di fronte a noi la collinetta verde ha provvisoriamente cambiato stato, passando da isola a penisola. Attraversiamo "le acque" un po' come novelli israeliti in fuga dall'Egitto, rimirando di tanto in tanto quella massa scura che ci osserva da presso. All'improvviso un movimento fulmineo rompe il filo dell'onda, in lontananza una testa lucida appare e scompare, montiamo il tele e riusciamo così a immortalarla: una delle tante foche che sguazzano nella zona. Sembra quasi interessarsi, al pari delle pecore, al passaggio nel suo territorio d'una razza poco conosciuta da queste parti. Dall'altra parte del sentiero in cemento, che serpeggiando tra le rocce emerse supera di slancio i circa 250 metri che separano il Brough of Birsay dal Point o' Buckquoy su Mainland, si trovano le rovine d'un antico villaggio vichingo e d'una chiesetta del XII sec., la St Peter's Church.
BroughofBirsay
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Appena messo piede su Brough of Birsay, ricordate di controllare l'orario delle maree per non fare un viaggio a vuoto, incontriamo le rovine dell'antico villaggio vichingo costruito su un preesistente insediamento dei Pitti. I resti s'affacciano proprio a ridosso della costa, con i bassi muretti in pietra che lasciano appena intuire quella che doveva essere la struttura delle antiche abitazioni. L'impatto scenografico è comunque davvero notevole, sopratutto ora che la bassa mare lascia aperto il canale scavato nei secoli dal lento lavorio dell'acqua. Una breve passeggiata conduce sulla parte più alta della collina dove si trova un faro costruito nel 1925. Sulla strada del ritorno, dato che è ancora presto e che a questa latitudine le ore di luce giornaliere sono maggiori, decidiamo di recarci a visitare Stromness. Una tranquilla cittadina che si sviluppa lungo un'arteria principale, fiancheggiata da palazzi in pietra e pavimentata con grandi lastroni. Il sito era gia utilizzato come porto vichingo, anche se l'anno di nascita della città si fa risalire al 1620.
Stromness
Seconda città delle Orcadi è sede d'un interessante museo dedicato alla storia naturale e marittima, ma è ormai gia chiuso al nostro arrivo e cosi ci limitiamo cosi a fare due passi nel suo piccolo centro storico. Quando iniziamo ad avvertire la leggera brezza farsi più pungente sulla pelle, entriamo in bar con la bella idea di prendere un tè... non poteva venirci in mente un'idea a più bislacca, per lo meno a giudicare dalla torva occhiata che ci lancia la cameriera mentre si allonta. In effetti non era davvero un granchè, probabilmente la qualità diminuisce in modo propoporzionale alla distanza che separa dalla cosiddetta "Inghilterra"... meglio orientarsi su bevande più tradizionali a queste latitudini. Non ci rimane che rientrare a Kirkwall e chiudere la giornata con un bel piatto di pasta.
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Tappa del 15-8-2006: Orcadi
note
Il contenuto dei diari è frutto delle mie esperienze di viaggio e tutte le opinioni sono espresse a titolo puramente personale, non intendendo con ciò ledere i diritti o urtare la suscettibilità di nessuno. E' possibile riprodurne il contenuto su siti web amatoriali purchè ne venga citata la fonte ed informato l'autore. Qualsiasi altro tipo di utilizzo è soggetto ad un'espressa autorizzazione. Le informazioni storiografiche e documentali sono tratte dalla guida "Scozia" della Lonely Planet, 4° edizione italiana Giugno 2004 pubblicata dalla EDT. Questo Sito non ha nessuna finalità di lucro, non ha sponsor ne intende promuovere nulla o nessuno se non nell'affermazione di proprie opinioni personali. Le foto pubblicate nel presente diario sono state da me effettuate e sono freeware per un uso personale. Le immagini e le Clip Art utilizzate sono state dichiarate freeware per un utilizzo privato dai detentori del legittimo copyright.