viaggioinlibia

tour operator: Time Out di Roma anno: 2005    durata: 15 gg
alloggi: Hotel e Campo Tendato mezzi: aereo, pullman, jeep 4x4

Viaggio in Libia effettuato nel Maggio del 2005. Principali località visitate : Cirene ( Tempio di Apollo, Gymnasium, Odeon, Portico delle Erme, la casa di Claudio Tiberio Giasone Magno, l'Agorà, Santuario di Demetra e Kore, Terme di Artemide Diana, Fontana di Apollo, Nymphaeum, Tempio di Artemide, Teatro , Terme Romane, Tempio di Zeus ), Apollonia ( Chiesa Occidentale, Chiesa Centrale, Chiesa Orientale, Teatro Greco ), Qasr Libia ( Chiesa Bizantina, Mosaici Bizantini ), Tolmeita ( Odeon Greco, l'Agorà, Villa delle Colonne, Villa delle Quattro Stagioni ), Leptis Magna ( il Museo, Arco di Settimio Severo, Arco di Traiano, Arco di Antonino Pio, Terme di Adriano, Nymphaeun, Via Colonnata, Foro dei Severi, Basilica dei Severi, Tempio di Serapide, il Mercato, il Teatro, Anfiteatro e Stadio ), Sebha, Germa, Ubari, Al Aweinat, Jebel Acacus, Wadi Tashwinat ( Arco di Fanaluppe, Arco di Tankhaliga, Pitture Rupestri ), Dune di Iguidi Ouan Kasa, Adad, Awiss, Al Aweinat, Garama, Erg Ubari ( Laghi di Gebraoun, Mavo, Umm al-Maa, Mandara ), Sabratha ( Mausoleo di Bes, Quartieri Residenziali, Tempio di Antonino, Basilica di Apuleio di Madaura, Foro Romano, Tempio di Serapide, Tempio di Giove, Senato, Tempio di Liber Pater, Terme sul Mare, il Teatro ), Tripoli ( Museo della Jamahiriya, Piazza Verde, la Medina, Moschea di Gurgi, Arco di Marco Aurelio, Galleria de Bono, lo Sharia al-Corniche )



download


Diario del viaggio in Libia in formato word. versione del diario di viaggio in Libia in formato Word ( solotesto )
Diario del viaggio in Libia in formato word versione del diario di viaggio in Libia in formato Word ( confoto )







Search

byGoogle

menu

translate this page






diariodelviaggio

L'anziana guida Tuareg che accompagnò il prof. Mori alla scoperta delle incisioni rupestri nel Jebel Acacus


Ogni viaggio è un pezzetto della nostra anima che ricomponiamo, alla ricerca dell’ultimo tassello che ci sveli il mistero della nostra esistenza. In ogni viaggio un sottile filo guida i nostri passi, si può partire con il desiderio d'una meta finale da raggiungere, o più semplicemente con la speranza d'essere travolti lungo il cammino da una profonda passione. E così in ogni viaggio cresce l'attesa di scoprire nuove meraviglie, di lasciarsi incantare da un cielo diverso in ogni luogo eppure sempre lo stesso, soli in una strada del mondo affollata di vita o circondati da antiche presenze dentro silenziose rovine mute d'un clamore passato. Ma per quanti viaggi abbiate intrapreso, per quanti luoghi visitato, nulla vi può preparare a questa esperienza, perché il viaggio in Libia può divenire il pretesto per la scoperta d'un significato più profondo del vostro io. Quando sarete soli, naufraghi sulla vetta d'un monte come su un'isola che di giorno risplende al sole e di notte è inghiottita dal buio più profondo, immersi nell’assordante silenzio del trascorrere del tempo, che qui muta la forma della vita spostando un granello di sabbia dopo l’altro, allora inevitabilmente sarete costretti a rivolgere lo sguardo dentro voi stessi, alla ricerca del vero significato del viaggio. E mai come questa volta mi riesce difficile dipanare quel filo conduttore che segna il ricordo delle emozioni vissute, tante sono ancora oggi le cose che ricolmano la mente di vivide immagini. I maestosi resti archeologici, un'autentica epopea storica da rivivere tutta d'un fiato attraverso le antiche città dei greci, dei romani e dei bizantini. Le stupende atmosfere del deserto, in un continuo mutare dall'alba al tramonto di paesaggi, luci e colori. L'arte rupestre, misteriosa traccia di quei popoli che hanno abitato in epoche remote il Jebel Acacus, muto testimone dei cambiamenti climatici che hanno trasformato un'immensa foresta equatoriale, percorsa da grandi fiumi e popolata da una miriade di animali, in un arido deserto. La scoperta d'un popolo ospitale che ci ha sempre manifestato, in ogni luogo dove ci siamo recati, il piacere di poterci incontrare. E tra tutto questo, il sentimento più forte, quella sensazione di contatto con la parte più intima di noi stessi che solo la solitudine del deserto sa regalare. E' qui che ho visto lo stupore tramutarsi in gioia, farsi lacrima e brillare per un solo istante prima di morire in un caldo abbraccio. E' qui che ho visto occhi serrati al mondo spalancarsi sull'infinitesimo, alla ricerca, dentro le oscurità dell'anima, della vera ragione del nostro esistere... "Gli uomini viaggiano per stupirsi degli oceani e dei monti, dei fiumi e delle stelle, e passano accanto a se stessi senza meravigliarsi" ( Sant'Agostino )





17 Maggio 2005   Genova - Roma - Bengasi - Susa

Mappa della Libia e dei luoghi più interessanti che abbiamo visitato, seleziona per ingrandireIl viaggio ha inizio di buon mattino con il volo di trasferimento che da Genova mi porta a Roma, dove alle 13.00 è previsto il volo di linea della Libyan Aerlines, la compagnia di bandiera nazionale, che ci sbarcherà a Bengasi. Il nostro programma, organizzato dal tour operator di Roma  Time-Out, prevede: la visita della Cirenaica, con i siti archeologici di Cirene, Apollonia, Qasr Libia e Tolmeita, il trasferimento con volo interno a Tripoli, per visitare il bellissimo sito di Leptis Magna, un nuovo volo interno per Sebha, la città alle porte del Sahara, da dove avrà inizio il tour in 4x4 che ci porterà nel Jebel Acacus ad ammirare i paesaggi e le antiche incisioni rupestri custodite nel deserto. Sulla strada del ritorno visita dell'Erg Ubari e dei laghi della zona, prima di un nuovo volo interno che ci riporterà a Tripoli. Visita della città e del sito di Sabratha prima del rientro in Italia. Arriviamo a Bengasi in perfetto orario, atterrando su quella che sembra essere l'unica pista del piccolo aeroporto. Su un lato fanno bella mostra di se vecchie carcasse di aerei militari, recitante da piccoli muri intonacati di fresco, non si capisce bene se sono messe li come forma di sicurezza o di abbellimento...  Non c'è traccia di altri aerei oltre al nostro e a piccoli cargo di compagnie africane. Siamo alla fine del periodo turistico di maggior afflusso, ora che la Libia ha ufficialmente riaperto al turismo internazionale, ma come avremo modo di scoprire più avanti questo si rivelerà un gran bel vantaggio, perché ci permetterà di esplorare tranquillamente il paese senza incontrare praticamente altri gruppi organizzati. Ma i vantaggi non si fermano qui, perchè avremo modo di godere, inoltre, anche d'uno stupendo periodo climatico. Il mese di Maggio si presenta infatti con un quadro complessivo, a mio avviso, particolarmente favorevole per i viaggi. Temperature miti e cielo turchese lungo la costa mediterranea, al contrario dell'inverno e dei primi mesi della primavera quando non è difficile incontrare giornate piovose. Clima asciutto nel deserto, dove le temperature prossime ai 40° di giorno scendono gradatamente di sera senza mai provocare il temuto sbalzo termico, il sacco a pelo è stato portato a prendere un po' aria. E senza rischiare troppo, infine, di dover fare i conti con il famigerato ghibli, il vento che quando spazza l'aria provoca più d'un problema. In sostanza, vista l'esperienza diretta, è un periodo che mi sento vivamente di consigliare per programmare un viaggio in questo splendido paese. All'arrivo, ore 15.00 locali, un'ora avanti rispetto all'Italia, la stessa quando da noi c'è l'ora legale, facciamo conoscenza con la nostra guida locale Ahmed. Un ragazzo molto simpatico e gioviale, dalla parlantina sciolta e dall'italiano fluente, che ci aiuta nel disbrigo delle formalità doganali e che ci accompagnerà per tutta la durata del viaggio. Insieme a lui c'è un altro ragazzo, praticamente il suo opposto dato che mastica poco d'italiano e non è un gran chiacchierone, ma che soprattutto, come scopriremo in seguito, non è una guida bensì un poliziotto incaricato della nostra sicurezza. O più probabilmente, vista l'assenza di pericoli evidenti, per controllare che qualcuno del gruppo non commetta sciocchezze infilandosi in qualche guaio, come quei turisti tedeschi che furono sorpresi, anni fa, mentre cercavano di ripartire con il calco di un'incisione rupestre © Mario Ugo Morescalchi - Gole sul Wadi Al-Kuf, seleziona per ingrandire come souvenir !! Da allora non è più consentito girare da soli per il paese e anche in caso di viaggiatori indipendenti, al di fuori dei tour organizzati, oltre al visto è richiesto l'invito di un'agenzia turistica locale che faccia da garante. Appena fuori dall'aeroporto approfittiamo della presenza di un ufficio cambi per acquistare un po' di moneta locale, il dinaro, inutile portarsi dei dollari visto che l'euro è ormai normalmente accettato anche qui. E' difficile dire quanto convenga cambiare, in Libia attualmente non esistono circuiti internazionali per prelevare con i bancomat e le Carte di Credito sono ancora pressoché sconosciute, ma considerate, come è stato per noi, che facilmente il vostro accompagnatore locale sarà in grado di cambiarvi della moneta allo stesso cambio praticato ufficialmente. Le spese più frequenti le incontrerete per approvvigionarvi di acqua da bere, circa 5 dinari al litro nei bar, un po' meno nei piccoli market, ( per il deserto normalmente viene fornita dal tour organizzatore ) e per poter usare la macchina fotografica o la telecamera, 5/10 dinari, nei siti archeologi e nei musei. Ricordate infine che il dinaro in Italia vale praticamente come i soldi del monopoli e che dovrete necessariamente riconvertirlo prima della partenza, per sicurezza tenete la ricevuta di cambio perché potrebbero richiedervela. Finalmente siamo pronti, saliamo sul pulmann e partiamo alla volta di Susa, una piccola città fondata nel 1897 da un gruppo di profughi musulmani in fuga da Creta, sarà la nostra base per l'esplorazione della Cirenaica. Lasciata Bengasi, di cui non è prevista la visita, ci inoltriamo nel Jebel Akhdar, distretto delle cosidette Montagne Verdi, la catena montuosa più alta della Libia settentrionale. Un panorama dapprima arido lascia ben presto il posto ad un susseguirsi di campi coltivati a grano, piantagioni di olivi, viti, mandorli e grandi appezzamenti di campi verdi, dove pascolano tranquilli greggi di pecore, capre e perfino dromedari. Nei pressi della cittadina di Al-Bayda la strada inizia a salire. Siamo in vista del fiume Wadi al-Kuf, che in questa zona crea una serie ininterrotta di belle gole e ripidi canyon, teatro negli anni a cavallo tra il 1920 e il 1930 di accanite battaglie tra i patrioti libici, guidati dal leggendario Omar al-Mukhtar, e gli occupanti italiani del maresciallo Badoglio. Superato un moderno ponte, costruito su un affluente del Wadi al-Kuf, la strada per Susa inizia a scendere, aprendosi in una bella valle con magnifiche vedute della costa.  Sono ormai le 19.30 quando arriviamo all'El Manara, un moderno e confortevole albergo situato proprio nei pressi dell'ingresso del sito archeologico di Apollonia.


18 Maggio 2005   Cirene - Apollonia

La giornata odierna è dedicata alla visita della Cirenaica. Il primo e più importante sito archeologico della zona in cui ci rechiamo è l'antica città greca di CireneVideo su Youtube.

 Cenni Storici

Il mito sulla fondazione della città, come quasi tutti i miti dell'epoca, vede gli dei avvinti e travolti dalle stesse passioni dei comuni mortali. In questo si narra del dio Apollo e di come rimase rapito dalla leggiadra figura di Cirene, una ninfa amante della caccia, da lui sorpresa mentre è impegnata in un'accanita lotta con un leone. Apollo incantato dalla bellezza e dalla forza della ninfa la ghermisce, trascinandola in volo sul suo carro dorato.  Nel punto esatto in cui il carro atterra, sulle coste libiche appunto, verrà successivamente edificata l'antica colonia greca. Più prosaicamente la storia racconta che la fondazione della città si deve a un piccolo gruppo di cittadini di Thera, l'odierna Santorini, che spinti da motivi politici e demografici abbandonano la loro isola nativa per trovare nuove terre fertili da colonizzare. La scelta del luogo, già abitato da tribù locali,  si rivelò ben presto felice e dall'anno della fondazione, nel 631 a.C., la città crebbe e si sviluppo rapidamente, tanto da attirare altri coloni dalla madre patria. Cirene raggiunse il massimo splendore politico e culturale nel IV sec. a.C., quando insieme ad altre quattro colonie della zona diede origine alla famosa federazione greca conosciuta come Pentapoli, di cui ben presto assunse il ruolo guida.  Nel 331 a.C. anche la Pentapoli greca in terra libica viene travolta dalla rapida espansione dell'impero di Alessandro Magno, venendo cosi a perdere il suo status indipendente. Tornerà una città libera solo per un breve periodo, prima di passare sotto la dominazione dei faraoni egiziani della dinastia dei Tolomei e successivamente dei romani, che la ricevono in eredità nel 96 a.C. dal faraone Tolomeo Apione insieme a tutta la Cirenaica.  La storia della città, divenuta nel frattempo un importante centro del grande impero romano, pur riuscendo a mantenere intatta la sua originalità ellenica, assurge nuovamente alle cronache in seguito alla furiosa rivolta della comunità ebraica, che tra il 115 e il 117 a.C. la mette a ferro e fuoco distruggendola. Ricostruita per volere dell'imperatore Adriano la città assume una connotazione più marcatamente romana, anche se il rinnovato periodo di vitalità ha vita breve, perché il declino istituzionale ed economico di cui cade vittima tutto l'impero finirà per travolgere anche Cirene stessa, già duramente provata nel breve volgere di un secolo da due devastanti terremoti ( 262 e 365 d.C. ). Durante la successiva occupazione bizantina Cirene diviene un centro cristiano di minore importanza, perdendo il primato regionale a favore della vicina città di Tolmeita. Nel 693 d.C. cade definitivamente sotto la spinta dell'avanzata islamica in Nord Africa.

Il  tempio del dio Apollo - Cirene, seleziona per ingrandire Lungo la strada che dalla costa risale dolcemente la valle s'incontrano i resti delle antiche necropoli greche, scavate direttamente nella roccia e riutilizzate in seguito anche in epoca romana e bizantina. Di certune rimangono tracce distinte nella specifica peculiarità della moda e dei costumi del periodo in cui furono realizzate, alcune sembrano rappresentare dei templi in miniatura, ornati con piccole colonne scolpite e rappresentazioni di divinità, altre sono caratterizzate da angusti locali privi di decoro, altre infine sono semplici sarcofagi ricavati direttamente sul luogo della sepoltura. Prima di entrare nel sito archeologico ci fermiamo ad ammirare dall'alto il tempio di Apollo, edificato come racconta la leggenda nel punto esatto in cui il dio e la ninfa approdarono in terra di Libia. E' una giornata limpida con un cielo terso e turchese come solo queste latitudine sanno rendere, la temperatura è già discretamente alta, ma grazie all'aria secca ed asciutta quasi non ci si fa caso. Appena varcato l'ingresso del sito archeologico, la cui visita richiede non meno di 3 ore circa, s'incontra il grande Gymnasium, costruito dai greci nel II sec. a.C. ed utilizzato come principale centro sportivo della città. La grande palestra centrale all'aperto era circondata su ogni lato da una fila di colonne doriche, che delimitavano un corridoio coperto e chiuso da un alto muro. In epoca romana l'area fu trasformata in un Foro, dedicato alle discussioni politiche ed all'amministrazione della giustizia, con annesso tribunale. Il maestoso ingresso, ben visibile ancora oggi, era formato da quattro colonne doriche a sorreggere l'architrave del tetto.  



Cirene - Il Gymnasium

Il Gymnasium - Cirene - Libia Il Gymnasium - Cirene - Libia Il Gymnasium - Cirene - Libia Il corridoio esterno del Gymnasium - Cirene - Libia Il portale d'ingresso del Gymnasium - Cirene - Libia
Click sul fotogramma per ingrandirlo



Cirene - Le statue delle Cariatidi lungo il viale Skyrota, seleziona per ingrandire Subito dietro il Gymnasium si trova un piccolo Odeon, dedicato al dio Apollo, costruito con granito di Assuan e marmo di Baros in Grecia, nel periodo ellenico venne utilizzato per le rappresentazioni teatrali. A fianco una pista di atletica, lo Xystos, sfruttata dagli atleti per i loro  allenamenti quotidiani. Sul lato sud-occidentale del Gymnasium si trova invece la Skyrota, la via principale della città di Cirene, ornata nel primo tratto, denominato Portico delle Erme, da grandi statue raffiguranti le Cariatidi, immagini dei semidei Ercole ed Ermete. Successivamente i romani prolungarono la strada fino a raggiungere l'Agora, trasformandola cosi in un viale cerimoniale. Lungo la Skyrota si trovano dapprima un altro piccolo Teatro, costruito per gli spettacoli musicali, e successivamente l'imponente casa di Claudio Tiberio Giasone Magno, personaggio influente e gran sacerdote del dio Apollo. L'ingresso della casa, edificata nel II sec. d.C., era costituito da un grande cortile che si apriva direttamente sulla via principale. Utilizzato come empluvium per la raccolta dell'acqua piovana era decorato con mosaici raffiguranti tra l'altro Arianna e Dionisio ( attualmente asportati per una migliore conservazione). Odeon - Cirene, seleziona per ingrandire Sull'ingresso si aprivano varie stanze interne tra cui una sala da pranzo estiva con il pavimento in marmo,  da qui mentre banchettavano l'ospite ed i suoi commensali potevano godere d'una magnifica vista sulla vallata. Accanto a questa sala si trova la stanza delle Quattro Stagioni, cosi denominata per via del grande mosaico in cui una fanciulla viene rappresentata, ai quattro angoli, abbigliata con i costumi tipici delle stagioni dell'anno. Tra i resti archeologici, qui come in altri punti del sito, si trovano le stilizzazioni scolpite di un'antica pianta oggi scomparsa, il silphium. Simile all'odierno finocchio selvatico nasceva spontanea nella zona, era molto ricercata ed apprezzata nell'antichità per le sue virtù curative, speziali e afrodisiache, contribuì in maniera determinate alle fortune di Cirene diventando uno dei principali prodotti esportati.



Cirene - La Casa di Claudio Tiberio Giasone Magno

La Casa di Giasone Magno, Ingresso con Empluvium La Casa di Giasone Magno, la sala da pranzo estiva © Mario Ugo Morescalchi - La Casa di Giasone Magno, il mosaico della Quattro Stagioni La Casa di Giasone Magno, particolare del mosaico delle Quattro Stagioni © Mario Ugo Morescalchi - La Casa di Giasone Magno, capitelli dorici
Click sul fotogramma per ingrandirlo



Proseguendo lungo la Skyrota arriviamo nell'Agorà, la grande piazza pubblica vero fulcro della vita cittadina. Circondata da templi ed altri edifici adibiti a funzioni civili, poteva trasformarsi da semplice mercato a luogo di ritrovo per assistere a cerimonie religiose e politiche. Sulla destra si trova un Monumento Navale, restaurato di recente, edificato dai Tolomei nel III sec. a.C. per celebrare una battaglia. La statua rappresenta una Vittoria protesa sulla poppa di una nave, alla base della quale sono raffigurati due delfini e i tritoni di Nettuno. In fondo alla piazza si trovano i resti del Santuario di Demetra e Kore, realizzato con una struttura circolare, una forma non molto comune per l'epoca, il tempio è abbellito con statue di divinità femminili invocate per favorire la fertilità, alcune sono ritratte sedute, altre in piedi sono state aggiunte nel periodo romano. Ogni anno vi si teneva una festa molto importante, a cui partecipavano solo le donne, nella quale veniva rievocato il mito di Demetra. All'interno e subito attorno alla piazza dell'Agorà si trovano altri edifici, come il Tempio delle Basi Ottagonali o la Tomba di Batto, il capo dei coloni greci che fondarono la colonia di Cirene, ma il loro stato di conservazione non ottimale li rende poco interessanti e di difficile individuazione.



Cirene - L'Agorà

Cirene - L'Agorà Cirene - L'Agorà Cirene - L'Agorà © Mario Ugo Morescalchi - Cirene - L'Agorà © Mario Ugo Morescalchi - Cirene - L'Agorà
Click sul fotogramma per ingrandirlo

Click sul fotogramma per ingrandirlo
Cirene - Il Monumento Navale © Mario Ugo Morescalchi - Cirene - Il Monumento Navale Cirene - Il Santuario di Demetra e Kore Cirene - Il Santuario di Demetra e Kore © Mario Ugo Morescalchi - Cirene - Il Santuario di Demetra e Kore



© Mario Ugo Morescalchi - Cirene - Le Terme di Artemide e Diana, seleziona per ingrandire Cirene - Le Terme di Artemide e Diana, seleziona per ingrandire Dietro l'Agorà una strada costruita dai Bizantini scende dalla cima della collina verso la zona sottostante del sito archeologico, dominata dal grande Santuario di Apollo. Lungo la discesa si trovano i resti delle antiche Terme di Artemide Diana, risalenti al periodo greco sono le uniche del genere mai ritrovate, scavate interamente nella roccia. Tra le varie stanze, scarsamente illuminate da un'unica apertura in alto, quella conservata meglio è il calidarium, dove sono ancora ben visibili le antiche vasche per l'acqua calda e le piccole celle scavate nella parete che fungevano da deposito per gli abiti. Alla fine della discesa si arriva nei pressi della Fontana di Apollo, una sorgente naturale utilizzata in passato come complesso termale, conosciuto con il nome di Bagni di Paride. Il Santuario di Apollo nei pressi è un insieme di più templi ed edifici religiosi, tra cui il Tempio di Apollo vero e proprio, uno dei più antichi della colonia di Cirene. Costruito nel VI sec. a.C. venne successivamente dotato di file di colonne sui quattro lati a racchiudere l'originale spazio aperto che fungeva da area sacra. Ricostruito nel IV sec. a.C. subì la completa distruzione durante la rivolta ebraica, i resti visibili oggi risalgono al più recente periodo romano del II sec. d.C. Di fronte al tempio si trova un grande altare monumentale utilizzato per i sacrifici dedicati al dio e un bellissimo Nymphaeum, fontana sacra, con due leoni ai lati. Su un lato del tempio di Apollo si trova il Tempio di Artemide, ritenuto più antico del santuario stesso.



Cirene - Il Santuario di Apollo

Cirene - Il tempio di Apollo Cirene - Il tempio di Apollo Cirene - Il tempio di Apollo Cirene - Il tempio di Apollo Cirene - Il tempio di Apollo
Click sul fotogramma per ingrandirlo

Click sul fotogramma per ingrandirlo
© Mario Ugo Morescalchi - Cirene - Il tempio di Apollo © Mario Ugo Morescalchi - Cirene - Il tempio di Apollo Cirene - La Casa del Tesoro di Apollo Cirene - Il Nymphaeum © Mario Ugo Morescalchi - Cirene - Il Tempio di Artemide



Cirene - Il Teatro Greco, seleziona per ingrandireDa qui parte il sentiero che conduce al grande Teatro di Cirene, edificato dai greci nel VI sec. a.C. e successivamente modificato dai romani che lo trasformarono in un anfiteatro. Purtroppo la situazione attuale è piuttosto dismessa e molti dei livelli che un tempo © Mario Ugo Morescalchi - Cirene - Le Terme Romane, seleziona per ingrandire potevano ospitare circa mille spettatori sono crollati sotto il peso del tempo, la vista che si può godere verso il mare rimane comunque magnifica. Tornando indietro, verso l'uscita settentrionale del sito archeologico, s'incontrano le antiche Terme Romane. Costruite nel I sec. d.C., sotto Traiano, vennero successivamente restaurate dall'imperatore Adriano, come ricorda una lapide che si trova in quello che era il frigidarium, dopo i danni provocati dalla rivolta della comunità giudaica. Quello che resta del complesso termale, decorato con mosaici e colonne in marmo cipollino, comprende altri vani come il tiepidarium, il calidarium ed uno che fungeva da spogliatoio, all'interno del quale fu rinvenuta la famosa statua delle Tre Grazie conservata ora nel museo della Jamahiriya a Tripoli. All'uscita dal sito ci rechiamo a pranzo in un vicino complesso chiamato resort Cirene, con una caratteristica sala da pranzo ricavata direttamente nella roccia, un modo per creare un ambiente isotermico con una temperatura gradevole rispetto alla calura esterna. Dopo il pranzo riprendiamo il pulmann per spostarci più velocemente nella parte del sito, in cima alla collina, che ospita il maestoso Tempio di Zeus. Il tempio è il monumento più importante dell'antica Cirene, dedicato alla principale divinità del pantheon greco superava in dimensioni lo stesso Partenone di Atene. Lungo il perimetro esterno  era circondato da una doppia fila di colonne, cosi come all'interno del santuario vero e proprio dove venivano celebrati i riti in onore del dio. Distrutto come gran parte della città durante la rivolta ebraica venne restaurato dall'imperatore Adriano nel 120 d.C., ma dovette subire un nuovo rovescio a causa, questa volta, del terremoto che colpì tutta la zona nel 365 d.C. Quello che è possibile ammirare oggi si deve all'abile opera di restauro condotta dall'equipe del prof. Stucchi dell'Università di Roma, che ha parzialmente ricostruito l'antico tempio. Solo qui abbiamo la ventura di imbatterci in un piccola comitiva di francesi, dopo aver praticamente visitato il sito di Cirene in perfetta solitudine.



Cirene - Il tempio di Zeus

Il tempio di Zeus - Cirene Il tempio di Zeus - Cirene Il tempio di Zeus - Cirene Il tempio di Zeus - Cirene © Mario Ugo Morescalchi - Il tempio di Zeus - Cirene
Click sul fotogramma per ingrandirlo



Terminata la visita dell'interessante sito di Cirene rientriamo in albergo, una breve sosta prima di visitare il sito archeologico di Apollonia che si sviluppa lungo un tratto di costa direttamente sul mare ed il cui ingresso dista appena una decina di metri.

 Cenni Storici

La nascita di Apollonia avviene in un periodo successivo a quella di Cirene, con lo scopo dichiarato di dotare quest'ultima di un porto marittimo per favorirne gli scambi commerciali ed aumentarne cosi il prestigio e la prosperità. Apollonia rivesti questa funzione anche sotto il periodo della dominazione romana, fino a diventare per un breve periodo anche la sede del governatore della provincia. Il terribile terremoto che colpi tutta la zona nel 365 d.C. causo gravissimi danni alla città ed al suo porto, che quasi scomparve inabissandosi nelle acque del mediterraneo. Con l'avvento dei bizantini Apollonia recupero in parte la prosperità persa nell'ultimo periodo romano. I resti visibili ancor oggi risalgono per lo più al periodo tra il V e il VI sec. d.C., epoca in cui vennero edificate cinque basiliche cristiane recuperando in parte marmi ed altri materiali dalla vicina Cirene, la qualcosa valse alla città l'appellativo di "città delle chiese". Con l'invasione islamica la città cade nuovamente in disgrazia e i suoi edifici spogliati sono utilizzati come materiale da costruzione per edificare, poco più a monte, una città nuova per i profughi musulmani in fuga dall'isola di Creta.

Appena dopo l'ingresso s'incontra la basilica denominata Chiesa Occidentale, in cui convivono elementi tipici bizantini, le colonne di marmo bianco, ed elementi greci prelevati da Cirene, le colonne di marmo verde cipollino. Nei pressi si trova un battistero tipico dell'epoca; realizzato al livello del pavimento permetteva al battezzato, scesi alcuni gradini, di immergersi quasi completamente in una vasca colma d'acqua e di uscire, cosi purificato, dal lato opposto. Questo tipo di battistero era comunemente utilizzato nei primi periodi del cristianesimo per ricordare il battesimo di Gesù nelle acque del Giordano. Proseguendo lungo un sentiero si arriva nella più grande e meglio conservata Chiesa Centrale, probabilmente edificata in onore di San Marco.  Anche questa basilica era adornata da colonne in marmo verde cipollino sulle quali era scolpita una croce cristiana che sormonta il globo di Atlante, a rappresentare l'universalità e il dominio del nuovo credo. Poco fuori della chiesa Apollonia - Il porto, seleziona per ingrandire si trova una sedia in pietra, si dice venisse utilizzata dal vescovo per riposare al termine delle funzioni religiose. Intorno alla chiesa si notano i resti di antiche terme del periodo romano e bizantino, mentre più discosto si trova l'edificio che ospitava il governatore. Proseguendo lungo il sentiero si arriva ad un quartiere di case bizantine, su cui si affaccia la Chiesa Orientale costruita sui resti di un tempio greco, qui il marmo cipollino è utilizzato anche per il pavimento ed i rivestimenti murali. Edificata nel V sec. d.C. era la chiesa più grande della Cirenaica, con la navata centrale separata da quelle laterali da due file di colonne. Di li a poco il sentiero si affaccia direttamente sulla spiaggia, di fronte alla quale si trova l'isola di Hammam, che prima del terremoto del 365 a.C. era unita alla costa nel punto in cui si trovava l'antico porto, inabissatosi in seguito al disastro naturale. Lungo la parete rocciosa si trovano alcune grotte utilizzate nell'antichità come depositi e fornaci per la produzione di ceramiche e sfruttate oggi da gruppi di giovani, rigorosamente solo uomini, per cuocere spiedini di carne su braci improvvisate. Alla fine del sentiero si arriva direttamente sopra i resti del grande Teatro Greco, che in seguito al terremoto è smottato verso il basso, venendosi cosi a trovare proprio a ridosso del mare. Il teatro non venne mai utilizzato dai bizantini perché ritenuto un luogo sacrilego, che sfruttarono invece la collina sovrastante per farne una necropoli, come testimoniano diversi sarcofagi. Terminata la visita del sito ne approfittiamo per fare un bagno nella spiaggia sottostante, un tuffo e via data la temperatura dell'acqua non proprio calda.



Apollonia

© Mario Ugo Morescalchi - Apollonia - La Chiesa Occidentale Apollonia - La Chiesa Centrale Apollonia - La Chiesa Centrale Apollonia - La Chiesa Centrale, la sedia del vescovo Apollonia - La Chiesa Centrale, la colonna con incisa la croce che sormonta il globo
Click sul fotogramma per ingrandirlo

Click sul fotogramma per ingrandirlo
Apollonia - La Chiesa Orientale Apollonia - La Chiesa Orientale, antico battistero © Mario Ugo Morescalchi - Apollonia - La Chiesa Orientale © Mario Ugo Morescalchi - Apollonia - La Chiesa Orientale Apollonia - il teatro greco



Dopo cena, che consumiamo in albergo - per inciso non aspettatevi molto dalla cucina libica perché è piuttosto monotona e non è nemmeno lontana parente di quella stupenda marocchina -, usciamo a fare un giro. Giro che termina molto velocemente, essendo Susa una piccola cittadina non ancora abituata al turismo di massa, per fortuna, e che come il resto del paese non offre molto per passare una serata. - Personalmente spero che rimanga cosi il più a lungo possibile. - Allora per chiudere la giornata ci ritroviamo tutti con la nostra guida Ahmed a bere un tè alla menta nell'unico bar aperto, proprio dietro l'hotel, chiacchierando amabilmente, ma non senza qualche punta di asprezza quando la conversazione scivola sulla condizione delle donne arabe, sulle differenze tra la nostra e la loro cultura.



Diario Parte 2^




note

Ricordate, tutto cambia. Per questo quello che era vero all'epoca del mio viaggio oggi può non esserlo più !

Il contenuto dei diari è frutto delle mie esperienze di viaggio e tutte le opinioni sono espresse a titolo puramente personale, non intendendo con ciò ledere i diritti o urtare la suscettibilità di nessuno. E' possibile riprodurne il contenuto su siti web amatoriali purchè ne venga citata la fonte ed informato l'autore. Qualsiasi altro tipo di utilizzo è soggetto ad un'espressa autorizzazione. Le informazioni storiografiche e documentali sono tratte dalla guida di viaggio Viaggio Libia della Lonely Planet edita da EDT nell'Aprile 2002. Questo Sito non ha nessuna finalità di lucro, non ha sponsor ne intende promuovere nulla o nessuno se non nell'affermazione di proprie opinioni personali. Le foto pubblicate nel presente diario sono state da me effettuate, o sono state concesse in uso da amici che hanno partecipato con me al viaggio. Sono freeware per un uso personale. Le immagini e le Clip Art utilizzate sono state dichiarate freeware per un utilizzo privato dai detentori del legittimo copyright.



sosteniamoemergency


Sosteniamo Emergency  c.c.p.  n° 28426203