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Viaggio in Tunisia effettuato nell'Agosto del 2001. Principali località visitate : Tunisi, con la medina, il museo del Bardo e il parco archeologico di Cartagine, Sidi Bou Said, El-Jem, Matmata, Douz, Tozeur, le Oasi di Montagna, Kairouan, Sousse, i siti archeologici di Dougga e Thuburbo Majus.
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diariodelviaggio
Se dovessi pescare a caso tra i ricordi del mio viaggio in Tunisia, il primo consiglio che ne salterebbe fuori, sicuramente sgomitando per farsi largo tra gli altri, potrebbe essere senza dubbio quello di: " non andate in Tunisia solo per il mare ! ". Certo è un'opinione puramente personale ( spero che nessuno si offenda per questo ), influenzata, tra l'altro, anche dalla limitata zona costiera in cui ho avuto modo di soggiornare. Ma se in uno dei vostri viaggi vi siete lasciati ipnotizzare dal dolce far niente su una candida spiaggia caraibica, o avete avuto la ventura d'immergervi in un mare dai riflessi blu cangianti, circondati dai pesci multicolore d'una vertiginosa barriera corallina, allora il rischio di rimanere delusi dall'inevitabile confronto, si trasformerebbe in un'inevitabile certezza. Acque sabbiose e poco profonde, microscopiche meduse ( praticamente invisibili, ma fortemente urticanti ), assenza d'una vera e propria vita marina ( senza dover aver l'obbligo di immergersi con le bombole ), tutti fattori che finirebbero per farvi preferire al bagno in mare la più tranquilla piscina del vostro villaggio, come alla fine è inevitabilmente successo alla nostra piccola comitiva. Per questo, se non siete di indole germanica e rifiutate l'idea di trascorrere tutto il vostro tempo ai bordi d'una piscina con un grosso boccale di birra in mano, è forse preferibile che indirizziate altrove la vostre mete di viaggio. Certo questo non significa che non valga la pena visitare la Tunisia, ricca com'è di storia e tradizioni interessanti, ma allora sarebbe opportuno programmare il viaggio in un altro periodo dell'anno, al riparo dalla calura eccessiva e senza essere costretti ad agognare di possedere un condizionatore d'aria incorporato nei pantaloni. Così nel fatidico 2001, dopo esserci interrogati sul classico: "dove andiamo quest'anno ?", ci siamo ritrovati quasi per caso nel fantasmagorico Sol Club Selima. Incastrato come altri villaggi sulla lunga spiaggia di sabbia dell'amena località turistica di Port el-Kantaoui, nei pressi della città di Sousse. Attratti, forse come tanti, anche dall'evidente convenienza economica rispetto ad altre mete. Il Club in se non è male ( l'aggettivo "fantasmagorico" cancelliamolo però al volo ), anche se a mio avviso la frequentazione è sbilanciata a favore di francesi e tedeschi, notoriamente persone di carattere molto aperto e per niente sciovinisti... - Bontà loro monopolizzarono tutti i giochi di gruppo che i ragazzi dell'equipe si sforzavano di organizzare, tanto che ai bambini del nostro gruppo risultò sempre difficile parteciparvi. - Cosi, considerando l'atmosfera, il mare con le meduse e quella strana forma d'orticaria che mi viene quando in vacanza sto fermo per più di un giorno, ho iniziato a guardarmi intorno, per cercare di vedere e capire qualcosa di più su ciò che è la Tunisia al di fuori d'un villaggio turistico. Per prima cosa mi sono recato a visitare i siti archeologici delle antiche città romane di Dougga e Thuburbo Majus nel nord-ovest del paese. Successivamente è stata la volta di Tunisi, con la medina, il bazar, le moschee e l'interessante museo del Bardo, dove è conservata una delle più importanti collezioni al mondo di mosaici romani, e sempre nello stesso giorno di Cartagine, di cui rimangono veramente solo alcune tracce, e dell'affascinante paesino di Sidi Bou Said, che non ha nulla da invidiare ai classici paesini greci, completamente immerso nelle sue tonalità bianche e azzurre. E per completare la conoscenza del paese, almeno in minima parte, insieme ad altri temerari mi sono lanciato nel classico Tour del Sud, a sfidare il caldo torrido in una due giorni di full-immersion in cui abbiamo visitato: l'anfiteatro romano di El-Jem, un colosseo in miniatura, le case troglodite di Matmata, costruite sotto terra per proteggersi dall'arsura, la cittadina di Douz alle porte del Sahara, dove trascorriamo la notte non prima di esserci avventurati per un breve tratto nel deserto a cavallo del più classico degli animali della zona. E il giorno seguente di buon mattino, attraverso la depressione dello Chott el-Jerid, che quando piove diventa un lago salato, fino ai palmeti della mitica Tozeur cantata da Battiato. Proseguendo con le Oasi di montagna e terminando infine, sulla strada del ritorno, con Kairouan, la città santa per eccellenza per i musulmani di qui. Ed una visita merita la vicina città di Sousse, raggiungibile da Port el-Kantaoui anche a bordo d'un simpatico trenino a motore.
Port El-Kantaoui è un moderno paesino, sorto praticamente dal nulla, che ruota attorno al suo porto turistico, alla sua spiaggia, sulla quale si sviluppa il lungo serpentone di villaggi a 5 stelle, ed al campo da golf a 27 buche conosciuto a livello internazionale. E' inutile cercare la benché minima traccia della vera anima tunisina, qui tutto è fatto a misura del turista: bar, ristoranti, negozi di souvenir, fino al moderno centro di divertimenti, dove alcune comparse vi accoglieranno vestite da antichi centurioni romani. Fa tutto parte di quella facciata di modernità che il governo tunisino cerca di mostrare al mondo, nello sforzo di modificare i costumi d'un popolo legato da secoli ai dettami islamici. Contrasto tra antico e moderno come ci è capitato di vedere a Sousse, dove in una grande piscina, tra salti e giochi d'acqua, accanto a donne completamente velate dalla testa ai piedi, che correvano sotto un sole terrificante dietro a bimbetti in costume, c'erano altre donne tunisine, con bikini a dir poco mozzafiato, che conversavano amabilmente tra loro tranquillamente sdraiate e a proprio agio. Chissà cosa devono aver pensato i mariti delle prime alla vista della seconde...
Molto più interessante e vera è la vicina Sousse, una città molto animata. Terza per dimensioni si è sviluppata soprattutto grazie al turismo, senza per questo venir meno alle antiche tradizioni islamiche. Fondata nel IX sec. a.C. come avamposto dei Fenici, divenne in seguito un'importante centro sotto il controllo di Cartagine. Dominio che ebbe termine con la terza ed ultima guerra punica, quando al fianco degli alleati Romani sconfisse definitivamente l'antica dominatrice. Dopo varie traversie la ritroviamo nel VI sec. d.C. città Bizantina con il nome di Justinianopolis, in onore dell'imperatore dell'epoca, fino alla definitiva conquista araba verso la fine del VII sec., periodo in cui venne ribattezzata con il nome di Soussa, tramutato poi col tempo nell'attuale Sousse. La medina con il suo intricato dedalo di stradine tortuose, traboccante di negozi colorati, di piccole moschee, di minareti finemente lavorati in cui rieccheggia incessante il richiamo dei muezzin alla preghiera, è la parte più interessante della città. Ha inizio appena dietro Place Farhat Hached, centro nevralgico e punto d'incontro di tutta Sousse, situata sul lato sud-ovest del perimetro delle antiche mura. Oggi per accedere all'interno della medina viene utilizzato un varco, mai chiuso, provocato dai bombardamenti subiti dalla città nell'ultima guerra mondiale. Appena sulla destra è situata la Grande Moschea, il cui accesso è interdetto ai non musulmani, salvo che per il cortile prospiciente la sala di preghiera. Una migliore veduta si può comunque godere salendo sui contrafforti del Ribat posto di fronte. Il Ribat, ben conservato al pari del Nador, la sua torre di avvistamento, è la struttura più antica della medina e risale alla fine dell'VIII sec. Il forte aveva puri scopi difensivi ed era abitato da musulmani, un po' sullo stile dei templari cristiani, metà guerrieri e metà monaci. La stretta stradina che s'inoltra nel cuore della medina conduce ad un altro importante monumento la Zaouia Zakkak, tipico esempio di architettura ottomana, che ospita al suo interno una moschea ed una scuola coranica. Non è visitabile, ma si può ammirarne dall'esterno l'elegante minareto. Proseguendo per una complicata trama di vicoli, che si intersecano e si rincorrono come a formare un elaborato disegno astratto, si arriva nel punto più alto della medina, l'antica Kasbah. Al centro spicca la mastodontica torre quadrata Kalefh, utilizzata anticamente per avvistamento e difesa, e trasformata oggi in un faro. In un'ala della Kasbah è ospitato il Museo Archeologico, accessibile però solo da una strada esterna.
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note
Il contenuto dei diari è frutto delle mie esperienze di viaggio e tutte le opinioni sono espresse a titolo puramente personale, non intendendo con ciò ledere i diritti o urtare la suscettibilità di nessuno. E' possibile riprodurne il contenuto su siti web amatoriali purchè ne venga citata la fonte ed informato l'autore. Qualsiasi altro tipo di utilizzo è soggetto ad un'espressa autorizzazione. Le informazioni storiografiche e documentali sono tratte dalla guida "Tunisia" di David Willett edita da Lonely Planet, EDT 2001 . Questo Sito non ha nessuna finalità di lucro, non ha sponsor ne intende promuovere nulla o nessuno se non nell'affermazione di proprie opinioni personali. Le foto pubblicate nel presente diario sono state da me effettuate e sono freeware per un uso personale. Le immagini e le Clip Art utilizzate sono state dichiarate freeware per un utilizzo privato dai detentori del legittimo copyright.