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Viaggio a Capo Verde effettuato nell'Agosto del 2002. Principali località visitate : Isole di Sal, Fogo, Santiago e Boavista.
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Fogo, l'isola vulcano. Non è difficile immaginare perchè nel 1620 divenne d'uso comune l'appellativo di 'Isola di Fuoco' al posto dell'originario nome di São Felipe, rimasto in seguito ad identificare la sola capitale, dopo che una violenta eruzione costrinse gran parte della popolazione a trovare rifugio nella vicina isola di Brava. Scoperta nel maggio del 1460 venne subito colonizzata, ed in breve tempo, grazie alla fertilità dei suoi terreni, vi si stabilirono numerosi coloni portoghesi. Con un'area di 476 kmq è per dimensioni la quarta isola di Capo Verde, prevalendo in assoluto in fatto di temperature. L'isola ha un fascino particolare ed offre scorci panoramici veramente unici in cui predominano i toni scuri, dalla sabbia delle spiagge alle strade costruite in pietra lavica, dalla terra arsa dal sole e dal calore ai paesaggi lunari che si incontrano salendo verso il picco del vulcano, che dall'alto dei suoi 2829 metri si staglia su un mare che brilla d'azzurro. Purtroppo è anche una delle isole dell'arcipelago meno visitate - un vero peccato - perché i tour operator e le agenzie locali non sempre riescono ad organizzare un'escursione giornaliera, non raggiungendo il numero minimo di adesioni previsto. Noi ci siamo riusciti appoggiandoci all'agenzia locale CVTS di Santa Maria ( potete contattarli via e-mail cvtssal@cvtelecom.cv per ricevere i loro programmi dettagliati con le quote aggiornate). Dopo esserci alzati in volo da Sal in meno di un ora, tempo in cui il pilota deve aver navigato a vista dato che la strumentazione di bordo che riuscivo a sbirciare dal mio sedile non si è mai mossa, tipo adesivi finti che si applicano sui giocattoli di plastica, arriviamo in vista dell'isola, atterrando in breve nel suo piccolo aeroporto. Non ricordo di averne mai visti di così ridotte dimensioni, un'unica pista asfaltata larga quanto una provinciale, con una piccola baracca di legno e ferro come improvvisato rifugio. All'arrivo ci attende il corrispondente locale dell'agenzia CVTS di Sal, il tempo di salire su due pick up e ci trasferiamo nella capitale São Felipe, la seconda città edificata dai portoghesi nell'arcipelago. Prima tappa nel grazioso alberghetto che la nostra guida gestisce insieme alla moglie tedesca, dove ci viene offerto un gustoso spuntino a base di formaggio di capra accompagnato da marmellate di frutta, un mix di sapori locali veramente squisito.
Dopo esserci rifocillati risaliamo sui pick up ed in breve iniziamo ad arrampicarci sull'antica strada in pietra lavica che per un tortuoso tracciato conduce alla vetta del solitario Pico. Lungo la strada attraversiamo minuscoli paesi di casette colorate, in uno scenario che si fa via via sempre più arido. La terra arsa da un calore perenne non ha un aspetto molto ospitale e la convivenza con la natura deve essere qui per l'uomo più difficile che altrove. Sui lati della carreggiata spuntano ogni tanto piccoli recinti per le capre, uno dei pochi animali che sia riuscito ad adattarsi ad un ambiente cosi arido. Tanto che le rare gocce di pioggia vengono premurosamente raccolte da piccole terrazze in cemento, adagiate in pendenza lungo i fianchi delle colline, le quali terminano ad imbuto dentro cisterne appositamente predisposte. A 1800 metri di altitudine la strada lascia il posto ad una pista sterrata, realizzata sbamcando la lava delle eruzioni più recenti come se fosse terra. Il tracciato taglia in due l'altopiano di Chã das Caldeira, un'enorme conca pianeggiante di circa 10 Km di diametro, il risultato del crollo, avvenuto nel 1850, del principale cono del vulcano che s'innalzava in origine oltre i 3500 mt. E' una delle zone più affascinanti dell'isola e dell'intero arcipelago, sembra quasi d'esser stati precipitati in una sorta di 'piccolo inferno' piantato sotto una volta d'azzurro intenso. Dove lo sguardo umano non riesce che a distingure terra scura striata da sottili sfumature di ocra e di rosso, tracce vive degli umori di zolfo e di ossido di ferro vomitati dal vulcano. All'interno dell'altopiano si trovano i due piccoli villaggi di Portela e Bangaeira con le caratteristiche casette fatte di mattoni di lava. Alcuni degli abitanti discendono direttamente dalla progenie di Armand Montrond, un nobile francese esule a Fogo nella metà del XVIII sec., sono facilmente riconoscibili, oltre che dal cognome, anche dai tratti somatici più marcatamente europei con tanto di capelli biondi ( sembra che in effetti, ottemperando alla fama della sua terra natale, il francese si sia dato parecchio da fare ). Ma oltre che a seminare eredi Montrond è ricordato anche come colui che introdusse la coltivazione della vite in questo piccolo pezzo di mondo arso, ed è veramente miracoloso vedere come ci sia riuscito in un luogo simile. Non esistono filari e le piantine di vite, che si alzano dal suolo per pochi centimetri, riescono a sopravvivere grazie alla sola umida della notte. Recentemente la locale cooperativa, grazie anche all'aiuto fornito da una gemella italiana ( ogni tanto ci impegniamo a fare qualcosa di buono), che ha messo a disposizione tecniche e metodologie, è riuscita a sviluppare la produzione ottenendo un vino qualitativamente molto apprezzato. All'ingresso dei villaggi ci vengono incontro gruppi di bambini sorridenti, in mano hanno i loro piccoli lavori in pietra lavica che vendono ai pochi turisti di passaggio, casette con i tetti di canna che riproducono le tipiche abitazioni del posto; come si fa a non comprarne qualcuna ! Da Chã das Caldeira si può proseguire a piedi per la vetta, ma è una salita lunga e faticosa e con una gita di un solo giorno non se ne ha il tempo. Terminato il pranzo al sacco, in cui abbiamo modo di degustare anche il famoso vino locale, ritorniamo per la stessa strada ed in attesa del volo di rientro ci rimane un po' di tempo per visitare la capitale.
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São Felipe conta oggi circa 9000 abitanti, in leggero declivio verso il mare ha un centro storico raccolto e tranquillo in cui risaltano i sobrados, le antiche dimore dell'aristocrazia bianca dell'isola, caratteristiche case dai toni pastello. Notevole la barocca Igreja Matriz con la sua facciata azzurra, il Municipio ed il vecchio cimitero Cemiterio de Brancos, dove venivano sepolti solo i ricchi possidenti terrieri. Girando per i suoi vicoli si respira un'atmosfera tranquillità, come di qualcosa sospeso fuori dal tempo, dove ogni angolo offre uno scorcio di immagini e sensazioni multicolori sfumate dall'azzurro del mare. Nel tardo pomeriggio torniamo al piccolo aeroporto per il rientro a Sal, scoprendo con sorpresa che l'aereo della Caboverde Express non si è mai mosso dal nostro arrivo, in attesa del termine della nostra escursione.
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note
Il contenuto dei diari è frutto delle mie esperienze di viaggio e tutte le opinioni sono espresse a titolo puramente personale, non intendendo con ciò ledere i diritti o urtare la suscettibilità di nessuno. E' possibile riprodurne il contenuto su siti web amatoriali purchè ne venga citata la fonte ed informato l'autore. Qualsiasi altro tipo di utilizzo è soggetto ad un'espressa autorizzazione. Le informazioni storiografiche e documentali sono tratte dalla guida "Capo Verde" di Rossella Righetti ed. Guide Ulysse e Moizzi Ottobre 2001. Questo Sito non ha nessuna finalità di lucro, non ha sponsor ne intende promuovere nulla o nessuno se non nell'affermazione di proprie opinioni personali. Le foto pubblicate nel presente diario sono state da me effettuate e sono freeware per un uso personale. Le immagini e le Clip Art utilizzate sono state dichiarate freeware per un utilizzo privato dai detentori del legittimo copyright.