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Viaggio a Capo Verde effettuato nell'Agosto del 2002. Principali località visitate : Isole di Sal, Fogo, Santiago e Boavista.
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Sal , l'isola di sale. Sembra un destino comune di queste stupende isole, quello di vedersi attribuire nel tempo un nome diverso da quello imposto loro il giorno della scoperta. Il nome di Sal, infatti, divenne d'uso comune solo dopo che venne avviato lo sfruttamento intensito del prezioso minerale; subentrando cosi di fatto all'originale Ilha Llana ( isola piatta ) con cui venne battezzata nel Dicembre del 1460, data ufficiale della scoperta portoghese. Scoperta postuma dato che in realtà l'isola era già nota da secoli ai navigatori arabi, i quali vi facevano approdo appunto per rifornirsi di sale. A ben vedere, comunque, il nome originale sembra essere senza dubbio più appropriato, presentanto l'isola, 216 Kmq di dimensione totale, un profilo altimetrico praticamente piatto che si snoda per circa 30 Km in un mare blu cobalto dai toni spettacolari. L'aspetto brullo e desolato, causato fin dai primi anni d'insediamento da un indiscriminato sfruttamento delle foreste e da un intensivo allevamento di capre, è interrotto da bassi rilievi solo nella zona nord, muti testimoni di antichi vulcani sopiti. Questo tuttavia non ha impedito all'isola di Sal di diventare, negli ultimi anni, il principale polo turistico dell'arcipelago, grazie alla presenza dell'aeroporto internazione Almicar Cabral a Espargos, la capitale, ed alla bella spiaggia di sabbia bianca di Santa Maria, dove si trovano riuniti i principali complessi turistici. "Dono" dell'Italia del ventennio, che nel '39 lo individuò come sito idoneo ad ospitare uno scalo tecnico sulla rotta tra Roma e Buenos Aires, l'aeroporto contribuì in modo determinante a risollevare l'economia dell'arcipelago dopo la grave crisi d'inizio secolo, determinata in gran parte dall'abbandono dei suoi scali portuali, sulle rotte commerciali tra Europa e Sud America, a vantaggio dei porti spagnoli delle Canarie e di Dakar in Senegal. Oggi l'aeroporto è uno dei principali punti d'ingresso nell'arcipelago di Capo Verde e la sua attività cresce ogni anno di pari passo con lo sviluppo del turismo. La visita dell'isola non richiede più di una giornata e se avrete la ventura di soggiornare qui potete prendervela con tutta calma. Molto probabilmente sarete alloggiati nel paese di Santa Maria e da qui la soluzione migliore per visitare il resto dell'isola è quella di noleggiare un'auto e di muoversi in piena autonomia. Il costo del noleggio non è proprio a buon mercato, ma d'altra parte la circolazione sull'isola non presenza alcuna difficoltà, vi consiglio di utilizzare la compagnia locale che troverete nell'hotel Morabeza, l'albergo più antico costruito sulla spiaggia di Santa Maria. Come si può vedere dalla cartina la principale ed unica arteria asfaltata congiunge il centro turistico di Santa Maria con il capoluogo Espargos, da qui due diramazioni conducono ad est verso la località di Pedra de Lume, con le sue stupende saline, e ad ovest verso il piccolo porto di Palmeira. Le altre strade passano dal rango di piste in terra battuta a semplici solchi confusi da più tracce, considerando comunque le distanze e la possibilità di orientarsi a vista, risulta praticamente impossibile perdersi.
Santa Maria è un tranquillo paesino di 2000 abitanti, al bivio tra il tradizionale e pacato stile di vita dell'arcipelago e il più movimentato e animato refrain da una moderna località turistica, con le due anime che sembrano per ora aver trovato un modus vivendi ancora a "dimensione umana". Questo non toglie che nel suo piccolo non sia già pronta a soddisfare tutte le più diverse esigenze, dai numerosi sport acquatici e subacquei che si possono praticare ( grazie al vento teso e costante è considerato uno dei migliori posti al mondo, soprattutto in inverno, per la pratica del windsurf e degli altri sport affini ), ai numerosi localini per cenare e ballare, alla presenza di banche e negozi. Anche se in fondo la sua vera attrazione rimane la spiaggia, chilometri di sabbia bianca che partendo da un mare azzurro si trasformano verso l'interno in una piana brulla e desertica, creando cosi un contrasto quasi irreale. Ai limiti della spiaggia, ma ad una distanza che lascia ben respirare il litorale, si snoda il lungo serpentone dei villaggi turistici. Dai più moderni ai meno recenti, uniti nello scandire inesorabilmente tutte le ore del giorno con l'inconfondibile colonna sonora all'ultima moda, in un andirivieni frenetico di attività sportive e mondane ( non ho mai capito perché in vacanza diventiamo tutti degli accaniti sportivi, impegnati in una forma di spasmodica competizione che non si vede neanche alle olimpiadi, per non parlare di quando c'improvvisiamo esperti ballerini pronti a catturare, dal maestro di turno, i segreti dell'ultimo ballo alla moda; se potessero vederci i vecchi professori di ginnastica dei nostri duri anni scolastici, abituati a conoscere i nostri nomi solo dall'appello dato che il numero delle presenze determinava il voto di sufficienza ! ). E buon ultimo in fondo alla fila, ma credo che ormai non lo sia più, il nostro Bravo Club Vila do Farol . Villaggio in stile italiano, dall'animazione alla cucina ( veramente ottimo il pesce), inaugurato nel Dicembre 2001. Dagli alberghi per il paese di Santa Maria ci sono circa una ventina di minuti a piedi, si può raggiungere facilmente passando lungo la spiaggia, su una passeggiata acciottolata di recente costruzione, od utilizzando la strada asfaltata che separa le moderne costruzioni dalla piana desertica che si estende alle loro spalle. Piccole case colorate, un centro culturale, l'Aldeiamento Turistico de Moroerira situato in un'antica casa portoghese ( è possibile acquistare oggetti dell'artigianato locale, limitato comunque dalle scarse risorse dell'arcipelago, come piccole ceramiche, collane e bracciali di conchiglie, denti di squalo, noci di cocco lavorate, oggetti in pietra lavica), ed un vivace mercato di prodotti africani, in particolare senegalesi ( interessanti ma non capoverdiani ), il tutto in un dedalo di stradine tranquille affacciate sul mare. E sul mare troverete anche uno dei posti più interessanti ed animati di tutta Santa Maria, il suo scalcinato pontile di legno. Punto d'incontro tra i più affollati di vita: pescatori, con i loro piccoli gozzi colorati che quasi a stento riescono a contenere l'ingombro di un bel tonno pinna gialla ( il rientro dalla pesca avviene di solito verso le 10 del mattino ), bambini, che giocano a tuffarsi in acqua, pesci tra i più variegati ( dicono non di rado anche da giovani squaletti), che rincorrono tra i suoi piloni un gustoso boccone, sub, che partono per le immersioni, ragazzi, che caricano il pescato su traballanti carriole verso il mercato o la cucina di qualche albergo, sfaccendati e curiosi d'ogni genere, che sembra quasi si sian dati convegno per assistere allo spettacolo. Il tutto in perfetto stile capoverdiano, confuso ed allegro.
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E Santa Maria oggi è anche un po' italiana, c'è chi ha aperto una discoteca di successo ( il Pirata ), chi una gelateria, chi una panetteria e chi semplicemente, come una ragazza milanese che abbiamo conosciuto, si è innamorata di questi posti e ha messo su famiglia con un artista senegalese che realizza dei bei quadri fatti con la sabbia colorata ( il suo studio era situato all'epoca all'ingresso del paese, vicino alla banca, i suoi lavori sono decisamente migliori di quelli che vi proporranno i venditori ambulanti sulla spiaggia ). Uscendo dal paese sull'unica strada asfaltata dell'isola si arriva in breve tempo nella capitale Espargos. Nella tranquilla cittadina, che gravita quasi interamente intorno all'attività dell'aeroporto, non c'è molto di interessante da vedere e si può visitare velocemente. Da Espargos la strada asfaltata si divide e verso ovest porta al piccolo porto di Palmeira dove attraccano le navi mercantili. Da Palmeira la strada si trasforma in una pista in terra battuta, conducendo, verso nord, alla piscina naturale di Buracona. Non ci sono indicazioni specifiche ed è facile confondere la pista che si confonde con molte altre tracce, l'unico consiglio per non "perdersi" è quello di rimanere vicino al mare, lasciando sulla destra le due pale per la produzione di energia eolica facilmente identificabili. Su questo lato dell'isola la costa è molto frastagliata, eredità di antiche colate laviche sfociate in mare. La piscina naturale di Buracona è l'apertura di una grotta sottomarina e per poterla vedere dovrete scavalcare le roccie che tolgono la vista del mare. L'altra ramificazione della strada asfaltata, da Espargos, conduce verso est alle antiche saline di Pedra de Lume. Situate sul fondo del cratere d'un vulcano estinto, collassato in epoca remota al livello del mare, rappresentano un capolavoro di ingegneria della natura, con l'acqua che dopo essere entrata nell'invaso evapora lentamente lasciando uno strato di sale dai mille colori per l'effetto dei diversi minerali presenti. Lo sfruttamento industriale delle saline, avviato alla fine del XVIII secolo dal portoghese Manuel Antonio Martins, venne però ben presto abbandonato a favore di quelle presenti nell'area di Santa Maria, in cui risultava più economico il trasporto del minerale. Successivamente, con l'acquisizione della concessione da parte della compagnia francese di Salines du Cap Vert, l'attività a Pedra de Lume riprese ed è in questo periodo che venne costruita la teleferica per il trasporto del sale verso il piccolo porto d'imbarco. Dopo un periodo d'oro, sul finire degli anni '40, la produzione iniziò a scendere fino al definitivo abbandono del 1984. L'atmosfera che si respira ha veramente dell'incredibile, dal paese, seguendo per un breve tragitto una strada sterrata che s'inerpica accanto all'antica teleferica in legno, si arriva all'ingresso del tunnel scavato nella roccia nel 1804. Da qui si prosegue a piedi, sbucando dal ventre della montagna direttaemnte nell'antico cratere, con un colpo d'occhio di rara bellezza. Nelle piscine di sale ormai abbandonate si può fare il bagno, lasciandosi cullare, galleggiando senza sforzo, in un'acqua tiepida che è 35 volte più salata di quella del mare ( per sciacquarvi, se non vi siete portati dietro dell'acqua dolce, potrete fare il bagno nella vicina spiaggia del paese). Nel paese, dove si trova anche una bella chiesetta, rimangono i resti dell'attività che ruotava intorno all'estrazione del sale; navi abbandonate ad arrugginire e grandi fabbriche di legno in avanzato stato di collasso, un'atmosfera che riporta in qualche maniera all'epopea del Far West americano.
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note
Il contenuto dei diari è frutto delle mie esperienze di viaggio e tutte le opinioni sono espresse a titolo puramente personale, non intendendo con ciò ledere i diritti o urtare la suscettibilità di nessuno. E' possibile riprodurne il contenuto su siti web amatoriali purchè ne venga citata la fonte ed informato l'autore. Qualsiasi altro tipo di utilizzo è soggetto ad un'espressa autorizzazione. Le informazioni storiografiche e documentali sono tratte dalla guida "Capo Verde" di Rossella Righetti ed. Guide Ulysse e Moizzi Ottobre 2001. Questo Sito non ha nessuna finalità di lucro, non ha sponsor ne intende promuovere nulla o nessuno se non nell'affermazione di proprie opinioni personali. Le foto pubblicate nel presente diario sono state da me effettuate e sono freeware per un uso personale. Le immagini e le Clip Art utilizzate sono state dichiarate freeware per un utilizzo privato dai detentori del legittimo copyright.