viaggioinegitto
|
Viaggio in Egitto effettuato nell'Agosto del 1997. Crociera sul Nilo e soggiorno ad Hurgada con escursione a El Cairo. Principali località visitate : Luxor, Dendera ( Tempio della dea Hator ), Valle dei re e delle Regine ( Alcune tombe di Faraoni e Tomba della regina di Nefertari ), Deir el-Bahri ( Tempio di Hatshepsut ), Sheikh Abd el-Qurna ( Ramesseum ), Medinet Habu ( Colossi di Memnone ), Edfu ( Tempio di Horus ), Kom-Ombo ( Tempio di Sobek e Haroeris), Assuan ( l'Obelisco incompiuto ) , Lago Nasser , isola di Agilkia ( Tempio di Phile ), Abu Simbel ( Tempio di Abu Simbel ), Luxor ( Tempio di Luxor ), Karnak ( Tempio di Karnak ), Hurgada, El Cairo ( La Cittadella del Saladino, Museo Egizio, Gran Bazar ), Piana Giza ( Piramidi, Sfinge ), Necropoli di Saqqara ( Piramide di Zoser ).
download
versione del diario di viaggio in Egitto in formato Word ( solotesto ) | |
versione del diario di viaggio in Egitto in formato Word ( confoto ) |
Search
menu
- Diari di Viaggio
- . Egitto
- . Diario Parte 1^
- . Diario Parte 2^
- . Diario Parte 3^
- . Diario Parte 4^
- Schede di Viaggio
- Album Fotografici
- La Metafora del Viaggio
- Link
- Mappa del Sito
- Le Utility del Sito
translate this page
diariodelviaggio
Egittomania, è forse questo il termine più appropriato a classificare il rinnovato interesse verso tutti i temi che riguardano quest'antichissimo paese, con una passione che in realtà non è mai venuta meno nel tempo. Per iniziare dagli antichi dai Greci, di cui si ricorda una celebre dinastia di faraoni, quella dei "Tolomei", continuando con i Romani, i primi ad essere irresistibilmente contagiati da tutto quello che era egiziano fino a farne una vera e propria mania, e via via fino alla spedizione di Napoleone, un'avventura dal sapore scentifico più che militare e con la quale ha inizio la moderna ricerca archeologica. Arrivando infine alle innumerevoli pubblicazioni e inchieste televisive dei nostri giorni, ansiose di scoprire e svelare i più reconditi segreti di questo antico Impero e del suo popolo. Per tutto questo tempo si è continuato a scavare, indagare, ipotizzare, in una frenetica ricerca di risposte, le quali hanno finito per generare miriadi di teorie su tutto ed il contrario di tutto. In che anno è stata costruita la Sfinge e chi rappresenta, a cosa servivano le Piramidi e come sono state edificate, da dove venivano le raffinate conoscenze che gli egizi avevano nel campo della matematica, dell'astronomia, della medicina? A tutte queste domande forse un giorno si riuscirà a trovare una risposta che metta tutti d'accordo. Ma quello che secondo me, più d'ogni altra cosa, continua ancora oggi ad affascinare di questo popolo, oltre agli stupendi resti archeologici che ci hanno tramandato, è quell'incredibile ansia di conoscenza che li guidava e che da sempre accompagna l'avventura dell'essere umano su questo piccolo pianeta, fin dal giorno in cui ha maturaro la coscenza d'esistere. La soluzione alla questione che ha mosso i primi passi insieme a quelli della nostra specie, tormentandoci fin dalle epoche più remote, " esiste una vita dopo la morte? ". Per tutti i millenni in cui è durata la loro splendida civiltà, gli egiziani sembrano essere andati incessantemente alla ricerca d'una possibile risposta. L'avranno trovata? Io non lo so, ma certo che se a distanza di settemila anni siamo ancora qui a parlarne una certa immortalità l'hanno davvero raggiunta.
Il nostro viaggio, che ha luogo nell'inverno del '97, inizia a Luxor ( l'antica Tebe ) dopo un volo di circa 5 ore da Milano. All'arrivo ci imbarchiamo sulla motonave che ci accompagnerà nella nostra avventura sul Nilo; non proprio un'ultimissimo modello a dire il vero, ma con il pregio, data la sua velocità ridotta, di proiettarci d'un colpo in una dimensione d'altri tempi, come novelli viaggiatori dell'ottocento intenti ad ammirare rapiti il lento trascorrere della vita sul fiume. Il tempo di lasciare le valigie e subito ne ridiscendiamo per assistere nel tempio di Luxor allo spettacolo "Sons et Lumiere". Un mix di musica e luci che nella penombra della sera, accompagnato da una voce narrante che in sottofondo guida il filo del racconto della loro millennaria storia, crea effetti suggestivi giocando con i profili delle antiche vestigia. E' uno spettacolo che viene rappresentato in diverse zone archeologiche ( dicono che quello più suggestivo si svolga alle Piramidi ) ed è senza dubbio un modo interessante per iniziare ad immergersi in questo mondo affascinante. La mattina successiva, seguendo il flusso della corrente, ridiscendiamo brevemente il Nilo per visitare a Dendera, l'antica Tentyris, il tempio della dea Hator. Qui, per la prima volta, prendiamo contatto con una realtà che ci accompagnerà discretamente lungo tutto il viaggio, la presenza d'una scorta armata che precede e segue i pullman turistici nei loro spostamenti. E' una precauzione necessaria, utilizzata come misura deterrente, a scongiurare possibili attentati da parte di gruppi islamici estremisti. Accorgimento che purtroppo non si è rivelato sempre sufficiente, come dimostrano le stragi del museo del Cairo e della spianata del tempio di Hatshepsut avvenute circa sei mesi dopo il nostro rientro in Italia; fortunatamente le ultime così gravi fino ad oggi. A questo proposito, ed a titolo di nota, si può rilevare come gli egiziani di oggi non siano tutti discendenti dai conquistatori arabi, che a partire dal VI secolo d.C. s'integrarono con l'antico popolo. I discendeti diretti degli antichi egizi, o per lo meno quelli con maggiori probabilità, si possono riconoscono dal fatto di essere di religione cristiano copta ( storicamente con l'avvento del cristianesimo quasi l'intera popolazione si convertì ), dall'avere un nome non arabo e dal fatto di avere una piccola croce tatuata nella parte interna del polso destro. Ma torniamo al nostro viaggio, augurandoci che presto l'uomo possa trovare nella diversità un motivo d'unione e non di conflitto. Il complesso monumentale dedicato alla dea Hator è veramente affascinante e ben conservato, purtroppo non sempre è inserito dai Tour Operator nelle crociere sul Nilo. In pietra arenaria, esempio di tempio Tolemaico probabilmente ultimato sotto la dominazione romana, è orientato in maniera perpendicolare al Nilo e completamente circondato da una possente cinta muraria. Si compone di varie sale, cripte e terrazze, adibite principalmente al culto della dea Hator, divinità dell'amore, della musica e della gioia, rappresentata sotto forma di vacca ed associata in seguito alla più nota dea Iside. All'interno del tempio sono ben visibili gli affreschi murali con i loro vividi colori ancora ben conservati, come il famoso rosone dello zodiaco che decora il soffitto d'una piccola stanza del piano superiore; purtroppo solo una copia dato che l'originale, come tanti altri spelendidi resti archeologici, è conservato all'estero, al Louvre nel caso specifico. Salendo sulle terrazze s'incontra la piccola cappella detta Tomba di Osiride, all'interno della quale veniva conservata, come riporta uno dei miti più importanti dell'antico Egitto, una delle 16 parti in cui era stato smembrato il corpo della divinità, sconfitta dal malvagio fratello Seth nella lotta per il controllo del regno. Ma l'amore, che come si sa vince sempre, prosegue nel suo racconto il mito osiriaco, opera miracolosamente per il tramite della sua sposa e sorella Iside, la quale riesce a recuperare tutte le sue membra disperse, e lo resuscita a nuova vita. Giusto il tempo per permettergli di procreare suo figlio Horus, che dopo averlo vendicato gli succederà sul trono. Osiride, primo signore dell'Egitto, rappresenta il ponte tra il divino e l'umano, è la divinità che ha trasmesso la conoscenza al suo popolo condividendone la morte fisica per rinascere in eterno come stella nel firmamento, tutti i successivi Faraoni legittimereranno il loro potere dichiarandosi suoi diretti discendenti. Appena dopo l'ingresso del tempio di Hator si trova il Mammisi di Nectanebo I, detto anche tempio del Parto, il più antico del suo genere conservato in Egitto, in cui i sacerdoti, ogni mattina, celebravano i riti in ricordo del momento del parto della divinità. Al di fuori della grande cinta muraria si trova un altro Mammisi di epoca più recente, probabilmente iniziato durante il regno di Nerone. Nei pressi i resti di un'antica chiesa cristiano copta, in parte costruita con blocchi asportati dal Mammisi stesso, a dimostrazione di come le religioni e le credenze si succedessero negli stessi luoghi di culto.
La mattina del giorno seguente, dopo essere rientrati a Luxor per la notte, siamo pronti per visitare sulla sponda sinistra del Nilo la famosa necropoli tebana, meglio conosciuta come la Valle dei Re e delle Regine, dove per tutto il periodo in cui Tebe fu la capitale dell'Egitto unificato vennero sepolti i faraoni ed i personaggi più influenti. Molte furono le tombe riportate alla luce durante le innumerevoli campagne di scavo, anche se la quasi totalità risultò poi gia profanata fin dall'antichità e per questo priva dei loro corredi funerari. L'unica pervenuta intatta è quella del famoso Tutankamon, il cui arredo fa ora bella mostra di se al Museo del Cairo. Un biglietto cumulativo vi permetterà di visitarne un certo numero ( se utilizzate ancora macchine fotografiche portatevi dietro un 1000 ASA perché all'interno c'è poca luce ed è proibito usare il flash). Tra le tante quella che assolutamente non dovete mancare di visitare è la tomba della regina Nefertari,moglie preferita del grande Ramses II. Rimasta chiusa per anni, è stata riaperta al pubblico di recente. Completamente restaurata secondo le moderne concezioni in materia di restauro archeologico ( sono state utilizzate tecniche e colori in uso all'epoca della costruzione ), appare oggi nel suo antico splendore, come se i millenni non fossero mai trascorsi; chiaramente al suo interno è proibito fare fotografie. Non è tuttavia facile accedervi, sia per il costo elevato del biglietto ( 100 Lire Egiziane del 1997 che corrispondevano alle vecchie 50.000 Lire, non ho idea di quale sia il costo oggi ), sia perché occorre presentarsi personalmente davanti ad una biglietteria appositamente costituita, ma soprattutto perché gli ingressi sono limitati a poche decine di visitatori al giorno, per evitare che l'eccessiva umidità possa danneggiare i lavori di restauro. Consiglio in ogni caso di non perdersi uno spettacolo veramente unico, organizzatevi con la vostra guida, anticipate la sveglia, preparatevi a qualche ora di coda e sarete ampiamente ricompensati. Terminata la visita delle Tombe nella Valle dei Re e delle Regine, impossibile anche solo pensare di vederle tutte, ci trasferiamo nella vicina Deir el-Bahri per ammirare il maestoso tempio di Hatshepsut. Il tempio della regina Hatshepsut, proclamatasi faraone alla morte del marito Thutmosi II in reggenza del figliastro, divenuto poi Thutmosi III, venne edificato dal famoso architetto Senmut di cui si dice fosse amante. La costruzione, incastonata alla base di un costone roccioso, sorprende per la bellezza e l'armonia delle sue forme. Una serie di rampe conduce a tre livelli sovrapposti, che si susseguono disposti su ampie terrazze prima di giungere al sacrario principale. Sulla terza terrazza si aprono gli ambienti dedicati al culto, tra cui la cappella di Thutmosi I, suo padre, e quella di Hatshepsut stessa. Appena al di fuori del complesso è stata ritrovata quella che si suppone sia la tomba dell'architetto Senmut, che ha così voluto essere vicino alla sua amata anche dopo la morte. Proseguendo nel nostro programma giornaliero ci spostiamo nei pressi di Sheikh Abd el-Qurna per visitare il Ramesseum, il Tempio funerario di Ramses II. Costruzione imponente che rende bene l'idea, benchè si presenti in evidente stato di degrado, della potenza del faraone. Il Ramesseum si compone di due grandi cortili, ognuno con un suo ingresso monumentale, circondati da mura possenti, lungo il loro perimetro si trovano incise nella pietra le memorie delle vittoriose imprese di Ramses II, tra le quali spicca la celebre battaglia di Qadesh. La giornata si conclude con la visita, nei pressi di Medinet Habu, ai grandi colossi di Memnone, due gigantesche sculture ricavate da blocchi di quarzite che un tempo ornavano l'ingresso del tempio funerario di Amenofi III. Alte più di 18 mt. rappresentano entrambe il faraone seduto nella posa tradizionale. Esiste una leggenda sui colossi che ha origine in seguito ad un terremoto avvenuto nel 27 a.C. e che provocò una fenditura nel colosso più a nord. In seguito a ciò, nei momenti che precedono l'alba, si genera un curioso fenomeno di vibrazione nella pietra, provocato dall'umidità notturna che inizia ad asciugarsi. Il fenomeno si manifesta con l'emissione di un suono, per questo motivo gli antichi Greci lo identificarono con il loro dio Memnone, ritenendo che salutasse cosi sua madre l'Aurora.
note
Il contenuto dei diari è frutto delle mie esperienze di viaggio e tutte le opinioni sono espresse a titolo puramente personale, non intendendo con ciò ledere i diritti o urtare la suscettibilità di nessuno. E' possibile riprodurne il contenuto su siti web amatoriali purchè ne venga citata la fonte ed informato l'autore. Qualsiasi altro tipo di utilizzo è soggetto ad un'espressa autorizzazione. Le informazioni storiografiche e documentali sono tratte dalla guida "Egitto" del Touring Club Italiano, edizione Guide del Mondo 1995. Questo Sito non ha nessuna finalità di lucro, non ha sponsor ne intende promuovere nulla o nessuno se non nell'affermazione di proprie opinioni personali. Le foto pubblicate nel presente diario sono state da me effettuate e sono freeware per un uso personale. Le immagini e le Clip Art utilizzate sono state dichiarate freeware per un utilizzo privato dai detentori del legittimo copyright.