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Viaggio in Egitto effettuato nell'Agosto del 1997. Crociera sul Nilo e soggiorno ad Hurgada con escursione a El Cairo. Principali località visitate : Luxor, Dendera ( Tempio della dea Hator ), Valle dei re e delle Regine ( Alcune tombe di Faraoni e Tomba della regina di Nefertari ), Deir el-Bahri ( Tempio di Hatshepsut ), Sheikh Abd el-Qurna ( Ramesseum ), Medinet Habu ( Colossi di Memnone ), Edfu ( Tempio di Horus ), Kom-Ombo ( Tempio di Sobek e Haroeris), Assuan ( l'Obelisco incompiuto ) , Lago Nasser , isola di Agilkia ( Tempio di Phile ), Abu Simbel ( Tempio di Abu Simbel ), Luxor ( Tempio di Luxor ), Karnak ( Tempio di Karnak ), Hurgada, El Cairo ( La Cittadella del Saladino, Museo Egizio, Gran Bazar ), Piana Giza ( Piramidi, Sfinge ), Necropoli di Saqqara ( Piramide di Zoser ).
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Finalmente si parte per Il Cairo, sveglia in piena notte e dopo 5 ore di viaggio, alle prime luci dell'alba, entriamo nella città che inizia a ridestarsi. E subito ci ritroviamo immersi in un caotico e coloratissimo movimento: auto e mezzi d'ogni tipo che sfrecciano per ogni dove, al di fuori di qualunque norma di circolazione, in una città che in alcune zone, le più povere, sembra essere appena uscita da un bombardamento, con un susseguirsi di caseggiati tirati su alla meno peggio e pieni di crepe. Fondata agli inizi dell'anno 1000 dalla dinastia dei califfi Fatimidi, Il Cairo ( El-Qahira "la vittoriosa" ) è oggi una città moderna, che con i suoi circa 15 milioni di abitanti coabita, a cavallo del Nilo, con le splendide vestigia del passato che ha ormai inglobato nella sua immensa periferia.
Come primo appuntamento della giornata ci rechiamo a visitare la Cittadella del Saladino, residenza fortificata del sultano al di fuori del nucleo principale della città. All'interno si trovano due grandi moschee, quella che normalmente si visita è detta di Muhammad Ali, è anche quella più grande e spettacolare, decorata all'interno con splendidi motivi geometrici e ricchi rivestimenti di albastro. Nel cortile esterno è sistemata una piccola torre con orologio ( che sembra non abbia mai funzionato ), che il re francese Luigi Filippo donò in cambio dell'obelisco di Ramses II ora in Place de la Concorde ( tanto per capire chi ci ha guadagnato nel cambio ). Lasciata la Cittadella ci rituffiamo nel traffico alla volta del Museo Egizio, il più importante al mondo per la vastità dei reperti archeologici che ospita. Fondato nella metà dell'800 dall'archeologo francese Mariette, si è via via ampliato fino a comprendere oggi più di 100 sale espositive organizzate in maniera cronologica, con i reperti più imponenti ospitati al piano terra. Ma senza dubbio le sale più visitate sono quelle situate al primo piano, dove è ospitato il corredo funerario, rinvenuto pressoché intatto ( caso unico ), della tomba del faraone Tutankhamon. Il tesoro del faraone, morto in giovane età, ha un valore inestimabile sia dal punto di vista artistico che archeologico e da solo meriterebbe una visita in Egitto. Tra i vari reperti rivenuti all'apertura della tomba quello che rifulge più di tutti è la magnifica maschera funeraria, simbolo da sempre della antica cultura egiziana. Al primo piano si trova anche la sala dove vengono conservate le mummie di alcuni faraoni importanti, come Ramses II. Per visitarla è necessario pagare un biglietto supplementare, ma la curiosità, al di la del costo, non vale a mio avviso il disturbo arrecato a quel sonno millenario. Comunque, se volete farvi una idea e non avete il tempo per recarvi in Egitto andate a visitare il museo Egizio di Torino, il secondo o terzo per importanza al mondo. Dopo un veloce tuffo negli stretti vicoli della Kasbah, per riempirsi manco a dirlo d'ogni sorta di souvenir, sul finire del giorno ci avviciniamo alla Piana di Giza, per inebriarci dell'ultima meraviglia: le grandi Piramidi, che con il loro guardiano, La Sfinge, sfidano l'uomo da millenni a risolvere i misteri che le circondano.
L'Ortodossia archeologica ha ormai attribuito da tempo, alle piramidi, la semplice funzione di tomba per i faraoni che le fecero edificare, Cheope,Chefren e Micerino, in ordine dalla più grande alla più piccola. E questa è forse la teoria più corretta, considerando l'evoluzione architettonica che hanno subito nel tempo le tombe dei faraoni. Partendo da quelle delle antiche dinastie, le Mastabe ( tumuli di pietra che sovrastavano una semplice sepoltura scavata nella roccia, che più anticamente ancora veniva ricoperta solo di sabbia ), passando per le Piramidi a Gradoni ( primi abbozzi di Piramidi, realizzate ingrandendo le mastabe mediante livelli sovrapposti che si stringevano verso l'alto ), per arrivare, infine, ad edificare monumenti di enormi dimensioni, realizzati con proporzioni di un rigore geometrico che lascia ancora oggi stupefatti. Certo viene da chiedersi: perché dedicare così tanto tempo e risorse per costruire solo delle tombe e perché tale tecnica è andata persa nel volgere di cosi breve tempo, dato che i faraoni delle dinastie successive costruirono le loro tombe scavando dei "semplici cunicoli" nella roccia, come è avvenuto nella Valle dei Re e delle Regine di Luxor. Per rispondere a queste domande sono sorte e continueranno a farlo in futuro, miriadi di teorie, dalle quelle più fantasiose a quelle dotate d'un qualche fondamento scientifico. Io non sono un esperto in materia, ma quello che ritengo significativo sottolineare è che per gli egiziani non era importante la vita terrena, quanto piuttosto quella dopo la morte, in cui l'uomo avrebbe dimorato per l'eternità nel firmamento in compagnia degli dei divenendo lui stesso una divinità. Certo questo in un primo periodo era riservato solo al faraone e ai suoi congiunti, ma in epoche successive il concetto si estese ai dignitari ed al popolo comune. Questo potrebbe spiegare l'impegno ed il tempo profuso nella realizzazione di tombe di siffatte dimensioni, quasi che il faraone morto potesse trarne un giovamento nella sua ascesa al cielo. Rimane poi da spiegare perché non si trovino Piramidi nelle dinastie del Nuovo regno, quelle che trasferirono a Tebe la capitale dell'Egitto, ma per questo vi rimando a tutta la voluminosa letteratura scritta in merito. La visita alla piana di Giza con la Sfinge e le Piramidi, le più importanti e meglio conservate di circa 80 che se ne contano nella zona, è la giusta conclusione d'un viaggio in Egitto, un'emozione che ripaga da ogni sforzo e che proprio non si può perdere. Le Piramidi, a quanto mi risulta, sono aperte a turno e nel periodo in cui siamo stati noi fu possibile visitare la più piccola, quella di Micerino. L'interno si compone sostanzialmente di una camera funeraria, dove era conservato il sarcofago, raggiungibile percorrendo in discesa uno stretto corridoio. In nessuna Piramide sono state trovate iscrizioni o decorazioni, come invece venne poi in uso per le tombe scavate nella roccia, ma occorre considerare che erano racchiuse all'interno d'un recinto con molte altre costruzioni e templi ad uso funerario, in gran parte dispersi, i quali dovevano probabilmente presentare un aspetto più riccamente decorato. Dopo averne ammirato da vicino le gigantesche proporzioni, spostatevi su una collina adiacente per riuscire ad abbracciarne completamente il campo visivo.
Il giorno seguente, sulla strada del ritorno per Hurgada, visitiamo la Piramide di Zoser, re della III dinastia, costruita dal famoso architetto Imhotep e meglio conosciuta come la Piramide a Gradoni, prototipo per la costruzione delle successive grandi Piramidi. Il suo stato di conservazione non è eccellente e a differenza delle altre presenta una pianta rettangolare e non quadrata, terminando, al culmine del sesto livello, con una piattaforma invece che con un vertice triangolare. Nell'area, che prende il nome di necropoli di Saqqara, sono presenti anche altre piramidi di minor rilevo e un considerevole numero di tombe e mastabe, tra cui quella di Ti, la più interessante come esempio di tomba dell'Antico regno. Ritornati nel villaggio di Hurgada trascorriamo gli ultimi giorni di vacanza effettuando, tra l'altro, una simpatica gita su un sottomarino giallo, per visitare la barriera corallina con le miriadi di pesci che la popolano, belli da vedere ma insipidi da mangiare, come abbiamo potuto appurare ordinando una cernia in locale del piccolo paesino. L'ultima avventura, però, l'Egitto ce la riserva per il giorno della partenza, quando all'aeroporto di Hurgada, dopo circa 3 ore di attesa, ci veniva gentilmente annunciato che sul charter non c'era posto per tutti e che sei persone del gruppo dovevano rimanere a terra, con la speranza di poter partire il giorno successivo. Come succede di solito in questi casi si diventa tutti più "buoni" e nasce una gara spontanea nel cedere il proprio posto a chi ne ha più bisogno... Infatti, un arzillo vecchietto, probabilmente un generale in pensione, al grido di "Gruppo Aquila con me" sfondava tutte le barriere e si precipitava, seguito da una vociante folla di pensionati INPS, verso l'imbarco ( il villaggio ne era cosi pieno che la prima sera al ristorante ho perfino pensato di essere capitato per sbaglio in qualche casa di riposo dalle parti del Veneto, in realtà è solo il risulato della filosofia vuoto per pieno, che nei periodi di bassa stagione propone prezzi stracciati pur di riempire i complessi turistici). E così siamo partiti, lasciando a terra sei persone isolate a caso da un bliz delle autorità aeroportuali egiziane e ciò non perché mancassero posti sul volo, ma perché una norma internazionale sulla sicurezza prevede che non possano essere imbarcate più di 50 persone per ogni steward presente. Era semplicemente successo che i Tour operator avevano comunicato alla compagnia del charter un numero di passeggeri inferiore al reale e così quest'ultima si era regolata di conseguenza. Che dirvi di più, a parte quest'ultimo piccolo inconveniente è stato un viaggio fantastico, che prima o poi nella vita dovrò ripercorrere, perché la seconda volta, come si dice, è sempre meglio della prima... E voi, siete ancora lì ?
note
Il contenuto dei diari è frutto delle mie esperienze di viaggio e tutte le opinioni sono espresse a titolo puramente personale, non intendendo con ciò ledere i diritti o urtare la suscettibilità di nessuno. E' possibile riprodurne il contenuto su siti web amatoriali purchè ne venga citata la fonte ed informato l'autore. Qualsiasi altro tipo di utilizzo è soggetto ad un'espressa autorizzazione. Le informazioni storiografiche e documentali sono tratte dalla guida "Egitto" del Touring Club Italiano, edizione Guide del Mondo 1995. Questo Sito non ha nessuna finalità di lucro, non ha sponsor ne intende promuovere nulla o nessuno se non nell'affermazione di proprie opinioni personali. Le foto pubblicate nel presente diario sono state da me effettuate e sono freeware per un uso personale. Le immagini e le Clip Art utilizzate sono state dichiarate freeware per un utilizzo privato dai detentori del legittimo copyright.